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Visualizzazione dei post da 2021

Re Noir il Pinot nero di Lo Zoccolaio ( e alcune considerazioni di fine anno )

Ed eccoci anche in questo nostro consueto viaggio che dura ormai da 7 anni, alla fine di un altro anno di bevute o meglio assaggi. Ogni anno è sempre più complicato. Il 2021 doveva essere quello della rinascita e ci si era quasi riusciti ma il destino ha voluto diversamente. Eccoci allora, soprattutto in questo fine d'anno, a fare un complicato slalom tra amici, colleghi, conoscenti e amici di figli che hanno preso il Covid.  La nostra 'mission' rimane comunque invariata ed è quella di trovarci con winelover, amici sommelier, intenditori ma anche semplici appassionati a divulgare il verbo di questo succo d'uva fermentato e delle sue incredibili evoluzioni. In tal senso, a parte una prima parte dell'anno in cui siamo rimasti segregati in casa ( e io da solo, visto che in famiglia nessuno beve tranne me, ho poco stimolo a stappare bottiglie di qualità), dalla ripartenza in poi l'entusiasmo ha spinto me e il gruppo dei soliti astemi a bere sempre meglio e a ricerca

Alastro di Planeta, la Sicilia nel bicchiere

Una grande cantina la si riconosce dalla cura che mette in ogni sua bottiglia e, nella variegata produzione di Planeta, l'Alastro è una delle tante produzioni a cui l'azienda siciliana dedica attenzione. L'Alastro è un vino di fascia media, un Grecanico profondamente territoriale, prodotto a Menfi e che nell'uvaggio porta in dote anche la semiaromaticità e particolarità olfattiva del Sauvignon in percentuale minoritaria. Diciamo subito che l'Alastro è un vino dallo strepitoso rapporto qualità prezzo e quindi rientra appieno in quella tipologia di vini che Baccanera apprezza di più. Perchè a mio modesto avviso è più facile fare un vino di fascia medio alta e trovarlo poi 'buono', magari non scontato, e forse con una sua ben precisa presa stilistica. Più difficile è invece fare vini della fascia di prezzo di Alastro (10-15 euro) e farli emergere da un segmento estremamente affollato, dove spesso un bianco vale l'altro. La bravura è senz'altro nell'

Semplicemente Montevertine

Da tempo chiedevamo al nostro chef Fabrice i pici cacio e pepe. Sembrano una ricetta facile ma tutto dipende, oltre che dalla qualità della materia prima, dalla stagionatura del formaggio e dalla cremosità del sugo che si ottiene dopo un attenta miscelatura dell'acqua di cottura. Ma cosa dobbiamo abbinare con i pici cacio e pepe? L'abbinamento corretto oscilla tra bianchi molto freschi e soprattutto sapidi e rossi con una buona spalla acida, di media struttura e tannicità. Così abbiamo pensato di provarlo con un Verdicchio di Matelica e con il mitico Montevertine. Non certo il muscoloso, anzi maestoso Le Pergole Torte, ma semmai il fratello minore Montevertine. Un fratello minore che in molti vorrebbero avere se, come è subito risultato evidente al primo assaggio, il vino ha subito fatto intravvedere una sua ben decisa dose di personalità e grinta, derivante dal fatto, quasi scontato ma non del tutto, che il territorio e la cura che viene messa da Martino Manetti nella produzio

Cannonau di Sardegna Bantu (2019) - Antichi Poderi Jerzu

C'è Cannonau e Cannonau anche se la maggior parte di noi è abituata a pensare ad un vino strutturato, potente, impegnativo, da abbinare con piatti di carne alla brace come minimo o anche con cotture più sofisticate in abbinamento a carne rossa. Un po' come la Barbera il Cannonau è invece un vino che può dare un ottimo risultato anche su versioni più semplici e beverine. E' questo il caso del Cannonau di Bantu, un rosso fresco e piacevole, a cui però non manca una certa personalità e quasi una esuberanza giovanile che non disturba il palato. Un Cannonau che fa solo acciaio e che al naso si presenta con delle note di ciliegia, viola e macchia mediterranea. E se ad un assaggio alla cieca non direste che è un Cannonau, pazienza o forse anche meglio, dipende dai gusti. Personalmente l'ho apprezzato anche perchè ben fatto, con poco intervento in cantina, appunto solo acciaio e poca botte grande, con un finale piacevole ed equilibrato. Si abbina perfettamente, e qui la sparo g

Rosso del Soprano di Azienda Agricola Palari

L'azienda agricola Palari si trova nel nord est della Sicilia, e sui suoi 7 ettari di vigneti a Santo Stefano Briga, coltiva numerosi vitigni autoctoni a bacca rossa. L'azienda ha vinto la sfida di ricollocare a livello vitivinicolo la zona del messinese su uno scenario di primo piano, in una zona non certo famosa per aver dato i natali a grandi vini. Del resto, partendo da un territorio che non sembrava particolarmente vocato per la viticoltura, il coraggio di crederci, oltre che un attento lavoro di qualità in vigna, viene poi ripagato in bottiglia. Alla 'cena dei soliti astemi bis', una specie di propagazione alternativa delle cene con i soliti astemi originale, ho assaggiato il loro Rosso del Soprano. La maggioranza di Nerello Mascalese è completata Nerello Cappuccio, Nocera e Galatena, tutti vitigni autoctoni della zona, ai più sconosciuti ma non per questo da dimenticare anzi. Vino che rappresenta appieno le radici del territorio da cui è nato, su terreni sabbiosi

Quater Vitis, l'interessante blend di vitigni autoctoni siciliani di Firriato

 Dopo il post su Baglio del Cristo di Campobello ecco un'altra azienda vitivinicola siciliana di ottimo spessore. Firriato è nata negli anni '80 grazie alla passione enologica di Sanvatore Di Gaetano che si innamora della contrada del Firriato nell'agro di Trapani. Si parte dai primi impianti di Nero d'Avola, Cataratto e Inzolia con un concetto di qualità in vigna e in cantina che in pochi all'epoca adottavano come metodo di lavoro. Conscio delle potenzialità del territorio se lavorato metodi qualitativi i primi risultati non tardano ad arrivare, soprattutto dall'inizio degli anni 2000 quando, il mondo enologico e degli winelovers, si accorge che la Sicilia non è più solo regione da produzione di vini da taglio ma che ha intrapreso un percorso virtuoso e che le sue potenzialità iniziano ad essere finalmente sfruttate. In questi anni Firriato non smette di crescere, acquistando altre aziende vitivinicole e altre vigne, e di innovare soprattutto si affinano le tec

Lusirà e Lalùci di Baglio del Cristo di Campobello

Il Baglio del Cristo di Campobello è una interessantissima oltre che ormai più che affermata realtà siciliana agrigentina. Si trova a Campobello di Licata, mentre i terreni, che si trovano a poca distanza dalla sede aziendale sono posizionati a 8 km dalla costa a 270 mslm.   I terreni gessosi e calcarei della provincia agrigentina sono qui una costante che garantiscono al vino mineralità ed elementi nutritivi di cui la vite fa tesoro. Una costanza qualitativa indiscussa che è ormai entrata a pieno titolo nella mentalità dei viticoltori siciliani e che a Baglio del Cristo di Campobello è sempre stato un obiettivo pienamente centrato. Sui 30 ettari vitati sui 50 totali vengono coltivati diversi vitigni autoctoni e alloctoni come Grillo, Perricone, Inzolia, ma anche Syrah, Nero d'Avola e altri. In cantina si utilizzano la particolare innovazione dei tini misti acciaio e legno di rovere francese per coniugare l'affinamento in legno con i vantaggi tecnologici dei tini di acciaio com

Verticale di 15 annate di Flaccianello di Fontodi

Strepitosa verticale di 15 annate di Flaccianello di Fontodi E’ la prima volta che assaggio un cavallo di razza come il mitico Flaccianello. Sangiovese in purezza, arriva dalla zona del Chianti Classico, anzi di più …. siamo in quell’anfiteatro naturale che viene chiamato Conca d’Oro di Panzano. Il termine richiama una ricchezza che non è certo relativa al prezioso metallo giallo ma semmai ad una zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite per condizioni pedoclimatiche che raramente si possono riscontrare altrove. Si tratta di colline dal suolo argilloso e calcareo, chiamato galestro, formatosi grazie alla frammentazione di rocce nel corso dei millenni, con una altezza che può variare dai 350 ai 500 mlsm, poste ad anfiteatro su questa conca, che proprio grazie alla forma delle colline che la circondano, permette al sole di riscaldare il suolo la mattina mentre il calore vi rimane intrappolato venendo rilasciato solo a sera quando, una consistente escursione termica

Barbera d'Asti Al Casò di Cantina di Alice Bel Colle

La cantina di Alice Bel Colle nasce nel 1955 come punto di riferimento per un territorio che da sempre si è dedicato alla coltivazione della vite. Zona di boschi estesi e di viti che si inerpicano sulle ripide colline fino a lambire le prime case del paese. Da tempo la cantina ha intrapreso una strada improntata verso la ricerca dell'eccellenza qualitativa e un uso sempre meno intensivo dei campi, una viticoltura sempre più sostenibile.  360 ° è la nuova collezione della cantina sociale di Alice Bel Colle, nata per consolidare l'identità enologica dell'Alto Monferrato Acquese. Le vigne in questo territorio sono coltivate a Barbera, Brachetto, Moscato e Dolcetto. Vini tipici di queste zone, vini non muscolosi od opulenti ma adatti al consumo quotidiano, capaci di accompagnare una quantità variegata di piatti sia regionali che nazionali. Il 360° Al Casò nasce sul versante collinare rivolto verso Nizza Monferrato.  E' una Barbera piacevolmente fruttata, con sentori di viol

Gold Traminer di Cantina Toblino

E' da un po' di tempo che non scrivevo più un post su un passito. Eccone allora uno che ho trovato veramente eccellente, bevuto di recente e passato al vaglio e promosso a pieni voti dal gruppo dei soliti astemi. Cantina Toblino si trova in Valle dei Laghi, a Sarche di Calavino in provincia di Trento. Riceve le uve dai suoi soci-viticoltori e dispone di un importante quota di ettari vitati e senza dubbio è diventata un punto di riferimento per la viticoltura della zona. Non ho mai assaggiato altri vini della cantina ma il loro passito Gold Traminer mi ha sorpreso sotto diversi aspetti. Occorre sottolineare che il vino è bio certificato e i vigneti coltivati a guyot sono situati nella piana del fiume Sarca. Dopo la pressatura soffice le uve vengono vinificate in riduzione, ovvero in assenza di ossigeno per preservarne le caratteristiche aromatiche. Segue un lungo affinamento in acciaio e un passaggio in bottiglia. Bellissimo color giallo dorato, ha un naso è aromatico, tipico de

Baccanera alla Milano Wine Week 2021

E' una piovosa domenica d'autunno e il navigatore mi sta facendo girare per strade tortuose e sconosciute tra Bruzzano e Affori. In giro non si vede proprio bella gente, diciamo la verità, ma il mio obiettivo non è girare in macchina per Milano sotto una pioggia insistente ma recarmi alla Milano Wine Week, invitato gentilmente dall'amico viticoltore Everto Monferrato Wines. Arrivato in via Watt mi infilo lestamente nel primo parcheggio libero che trovo, ignorando se la sede dell'evento sarà o meno vicina. Passeggiata di 5 minuti a passo svelto e sono finalmente nell'accogliente sede della MWW. Il tempo di trovare l'amico produttore, liberarmi di ombrello e soprabito ed eccomi alla ricerca di nuovi produttori da incontrare, ma anche viticoltori già conosciuti i cui vini voglio riassaggiare. Passeggiando per l'enorme salone mi fermo davanti al mio primo assaggio. Si tratta di Jermann, storico produttore friulano con cui mi fermo amabilmente a parlare per una b

Dolcetto d'Alba Sassi San Cristoforo (2020)

 I 3 ettari di Sassi San Cristoforo sono distribuiti in quel triangolo delle fortune vitivinicole di Neive-Treiso-San Rocco Seno d'Elvio. La cura del territorio e l'attenzione per la singola bottiglia di vino caratterizzano questa azienda piemontese che per produzione si attesta ad un livello poco più che artigianale. Tutto parte in vigna con una attenzione maniacale per ogni singola vite e le sue basse rese, il terreno trattato nel rispetto dell'ambiente per poterlo trasmettere integro alle future generazioni. I vini prodotti dell'azienda sono Barbaresco, Nebbiolo, Nascetta, Moscato d'Asti e Dolcetto. Proprio quest'ultimo vino ho avuto modo di assaggiare in un'ultima serata di bevute in outdoor prima che le temperature scendessero troppo. Un vino indubbiamente fresco e piacevole ma anche pieno ed equilibrato e soprattutto eclettico come pochi altri vini riescono ad essere. Abbinato con una gallina ruspante ha dimostrato ottima personalità con un bouquet inc

Grechetto Montefalco di Antonelli (2020)

Chi mi conosce da tempo sa che mi da più soddisfazione scoprire vini dall'ottimo rapporto qualità-prezzo piuttosto che limitarmi a stappare bottiglie famose o semplicemente costose. Il motivo è molto semplice.  Trovo infatti banale essere l'ennesimo 'wine lover' di turno che si mette a decantare le lodi di un vino di sicuro successo piuttosto che individuare quei vini che sono di ottima fattura pur ad un prezzo abbordabile. Con questo non vuol certo dire che se mi capita di bere Sassicaia o Dom Perignon non faccia poi il post sul blog ma devo ammettere che mi da molta meno soddisfazione rispetto a vini più semplici e meno ricercati ma più abbordabili al consumatore abituale di vino. Ora sul tema prezzo ci si potrebbe stare a discutere per ore. E se partiamo dal presupposto che una bottiglia e il suo contenuto costano al produttore un certo prezzo (....) tutto il resto è puro anche se legittimo extra guadagno. Ecco che allora il mio apprezzamento verso i produttori come

La Barbagia nel Cannonau Carnevale di Giuseppe Sedilesu (2015)

Barbagia, terra di pastori e contadini, gente abituata ai ritmi della terra, ai suoi tempi e ai lavori duri.  Ma anche di orgoglio per il proprio lavoro e rispetto per una terra millenaria, quasi immutabile nel suo isolamento. E' nella Sardegna meno turistica che una piccola azienda famigliare produce Cannonau, prima sfuso e poi, a partire dagli anni duemila, imbottigliato. Giuseppe Sedilesu ha pian piano costruito e ingrandito la sua azienda vitivinicola, fino agli attuali 15 ettari vitati. A 650 metri sul livello del mare e con il classico sistema di allevamento ad alberello, con viti di età media importante (50 anni), produce un Cannonau che è un connubio perfetto tra tradizione e modernità. Su queste alture dove l'escursione termica tra giorno e notte si fa sentire e con vigne ad esposizione sud-sud-ovest, nasce un Cannonau tradizionale per la coltivazione in vigna e i tempi di attesa, ma con un occhio alla ricerca della morbidezza e dell'opulenza grazie all'utilizz

Pep, l'Amarone sardo di Cantina Murales

Mercoledì 1 settembre è incominciata la settima stagione delle cene e delle degustazioni in abbinamento ai piatti preparati da Chef Fabrice. Quale goduria, quale vero toccasana per mente e corpo, ritrovarsi nel bel mezzo della settimana tra amici veri a condividere ottimo cibo e vini di qualità in un clima di spensieratezza e allegria. Credo sia una delle esperienze più belle che si possano fare e che non tutti hanno la possibilità, la volontà o semplicemente l'idea di realizzare.  Si parte subito con il botto con la serata Sardegna, in particolare con un vino di Cantina Murales, che per importanza (e anche costo) merita un post tutto suo. Piero Canopoli e Giuliana Dalla Longa con la loro emigrazione al 'contrario', da Varese a Olbia, danno inizio all'avventura di produttori in terra sarda. Piero, enologo e sommelier, decide di stupire producendo vini in maniera diversa da come si era abituati da quelle parti. Come ad esempio la scelta di produrre un Viogner nella terra

Ruinas Colli del Limbara (2018) - Depperu

 L'azienda vitivinicola di Paolo Depperu si trova a Luras, in provincia di Olbia-Tempio, nel cuore della Gallura. L'altitudine media di 400 mslm che porta ad una discreta escursione termica, le basse rese (60 q.li/ht) e l'esposizione ottimale oltre ad un territorio che ha 'addomesticato' il Vermentino da diversi decenni, spiegano l'ottimo livello qualitativo raggiunto dal loro Vermentino Ruinas. E del resto cosa c'è di meglio se si è in piena estate, magari dopo una giornata di mare e di sole, per accompagnare un ottima cena a base di pesce? Di Vermentino se ne produce tanto soprattutto in Sardegna, Toscana e Liguria, e quando la quantità prodotta aumenta è inevitabile dover fare maggiore attenzione o meglio selezione su ciò che si beve. Questo ve lo posso mettere per iscritto è un ottimo Vermentino, tra l'altro in una fascia di prezzo tra i 15 e i 20 euro molto competitiva ma dove si possono trovare già prodotti di ottima fattura. Bellissimo il bouquet

Planeta Brut Metodo Classico (Carricante)

L'universo di Planeta e dei suoi vini non smette di sorprendermi. Anche in questo ennesimo assaggio è possibile riscontrare l'elevato livello tecnico e qualitativo raggiunto dall'azienda siciliana, che negli anni 90 ha contribuito, insieme ad un pugno di altre aziende del territorio, a portare la viticoltura siciliana da grande contributore di uva da taglio per i vini del nord a produttore con un'anima e una coltura per il vino sorprendenti.  In questo caso si tratta di uno spumante metodo classico a base Carricante. La vendemmia precoce aiuta sicuramente a dare al vino quella freschezza che in uno spumante non può mai mancare. Dopo la vinificazione inizia un invecchiamento di 20 mesi sulle fecce fini. Un vitigno autoctono siciliano, caratteristico con le sue floreali e fruttate come quelle tropicali, di agrumi e di spezie. In bocca ha una spalla acida importante e bollicine finissime che solleticano il palato. Ottimo con tartare di pesce crudo.

Gramolina, il Rosato di Everto Wines

Di EvertoWines e dell'interessante progetto di Alberto e Luigi vi avevo già parlato in un mio precedente post ( Everto Wines ). Essendosi instaurato un bellissimo rapporto e trovandomi da quelle parti a trascorrere qualche giorno, dove il sottoscritto ha una piccola casetta e dove si ritira quando si vuole veramente rilassare (la mia vera vacanza), ho deciso di fare ancora visita alla loro azienda vitivinicola. Una piccola realtà di 4 ettari totali di cui 3 vitati in cui si coltivano diversi tipi di uve autoctone come la Barbera e il Cortese e che anche quest'anno si avvicinano alla fatidica data della vendemmia, in previsione intorno a metà settembre. In occasione di questa mia visita alla cantina e alle vigne che circondano una bella casa da poco ristrutturata mi è stato fatto assaggiare l'ultimo nato in casa Everto. Si tratta di Gramolina, un rosè a base Barbera con macerazione di qualche ora sulle bucce che ha tra i suoi punti di forza una freschezza e una piacevolezza