L'azienda agricola Palari si trova nel nord est della Sicilia, e sui suoi 7 ettari di vigneti a Santo Stefano Briga, coltiva numerosi vitigni autoctoni a bacca rossa.
L'azienda ha vinto la sfida di ricollocare a livello vitivinicolo la zona del messinese su uno scenario di primo piano, in una zona non certo famosa per aver dato i natali a grandi vini.
Del resto, partendo da un territorio che non sembrava particolarmente vocato per la viticoltura, il coraggio di crederci, oltre che un attento lavoro di qualità in vigna, viene poi ripagato in bottiglia.
Alla 'cena dei soliti astemi bis', una specie di propagazione alternativa delle cene con i soliti astemi originale, ho assaggiato il loro Rosso del Soprano.
La maggioranza di Nerello Mascalese è completata Nerello Cappuccio, Nocera e Galatena, tutti vitigni autoctoni della zona, ai più sconosciuti ma non per questo da dimenticare anzi.
Vino che rappresenta appieno le radici del territorio da cui è nato, su terreni sabbiosi, portato ad una concentrazione di frutto notevole e con un breve passaggio in legno che aiuta il vino ad ammorbidire i tratti più spigolosi senza però contaminare il vino o modificarne l'espressività territoriale.
Il lavoro in cantina è improntato alla scelta minimalista, con la particolarità del riutilizzo dei lieviti indigeni e con l'aiuto di barrique di secondo passaggio che possono far maturare il vino per un periodo dai 6 ai 12 mesi a seconda delle annate.
Nel calice si presenta rosso rubino carico, le nuance si concentrano sui frutti rossi maturi, con interessanti sfumature di macchia mediterranea e pepe nero.
Al palato si scopre fresco, fruttato ma anche con un sorso pieno, maturo, arrotondato da tannini vellutati, dalla chiusura elegante e dall'allungo di prim'ordine.
Pretende di essere accompagnato da carni rosse con sughi di funghi e noi lo capiamo oltre ad assecondarlo.
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