Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo.
La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora.
Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato.
I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli.
A mio modesto avviso se si parte da una buona materia prima, hanno avuto un giusto contatto con le vinacce dell'Amarone e risultano equilibrati e non marmellatosi, possono raggiungere traguardi anche piuttosto ambiziosi.
I vitigni utilizzati sono il corvina al 70%, Corvinone al 15% e Rondinella al 15%.
Il vigneto è situato nella Valpolicella Classica a circa 250-300 metri di altitudine, su un terreno argilloso e a tratti calcareo.
L'uva viene raccolta agli inizi di ottobre e dopo la diraspatura si avvia la macerazione sulle bucce per 10 giorni, con tre follature al giorno. Si passa poi alla conservazione in acciaio fino a febbraio. A questo punto il vino viene a contatto con le vinacce dell'Amarone per circa 15 giorni e successivamente trasferito nelle botti di rovere per 15 mesi; di seguito si svolge l'affinamento in bottiglia per altri 6 mesi.
Il colore è un bel rubino carico mentre le lacrime sono nette, ben distanziate e scendono lente nel bicchiere.
Il profumo è intenso e abbastanza complesso. Riconoscibili le note di viola, amarena e spezie anche se ancora un po' timide.
In bocca è sorprendentemente di nerbo e succoso. Ha una naturale sbilanciatura verso le morbidezze (quindi caldo e morbido) che però non stancano il palato. I tannini vellulati, l'intensità e il finale lungo lo consacrano come un vino davvero notevole, tenendo anche conto dell'eccellente rapporto qualità/prezzo.
Di corpo, se non perfino robusto, si accompagna perfettamente ad uno spezzatino di vitello, in questa giovane primavera che vuol giocare a fare l'inverno.
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