Mi è capitato recentemente
di leggere alcuni articoli relativi a un argomento abbastanza complesso e tutt’ora
in divenire come i cambiamenti che sono in atto nel mondo del vino, soprattutto
nell’interazione tra produttori, intermediari e consumatori.
In particolare una ricerca
di SymphonyIri realizzata per Veronafiere,
ha messo in evidenza che
nel corso dell’ultimo anno sono calate le vendite di vino nel canale della GDO,
mentre sono in aumento le vendite di vini DOC sopra i 6 euro.
Ad una prima analisi si
potrebbe facilmente riassumere che si beve meno ma si beve meglio.
Due elementi di rottura
stanno cambiando le carte in tavola: la crisi economica da un lato e l’utilizzo
sempre maggiore del mezzo internet dall’altro, agendo in modo del tutto
imprevedibile.
Una notizia che mi ha
fatto riflettere è che sono aumentati gli iscritti ai corsi Ais (Associazione
Italiana Sommelier) nel corso del 2012 e questo nonostante una crisi economica
senza precedenti dal secondo dopoguerra ad oggi.
La spiegazione di queste
incongruenze potrebbe essere di natura sociologica. La crisi potrebbe aver messo
in evidenza un modello di vita non più sostenibile, legato al dogma ‘produrre
di più per consumare di più’ che ad oggi non sta rendendo felici le persone. Di
contro starebbe nascendo un maggiore interesse per le proprie passioni; una
vita più rilassata, meno legata al lavoro ma con più spazio al tempo libero.
In tutto questo il ruolo
dell’intermediazione sta cambiando. Si ha l’impressione che la Gdo non sia più in grado di
soddisfare o incontrare il gusto del consumatore facendo leva solo sulla componente
del prezzo o dello sconto forzato.
Il consumatore vuole
essere più consapevole di quello che compra, vuole partecipare ad eventi legati
al vino, farselo raccontare magari direttamente da chi lo produce.
In questo senso la
componente emozionale, molto sentita nel caso del vino, sta riscuotendo sempre più
importanza anche rispetto alla leva del prezzo.
E veniamo al secondo
elemento di rottura: il mezzo internet. E’ cresciuto a dismisura ed è ancora
sottovalutato il suo impatto a livello sociale e quindi anche nell’ambiente
enologico.
Nascono sempre più
enoteche on line o gruppi di acquisto social (ad esempio Grassroots Market di
Vinix) che permettono di unire le logiche dello sconto con quelle del confronto
con altri appassionati.
Anche le enoteche
tradizionali si stanno attrezzando per creare un ambiente di convivialità
intorno al vino, proponendo assaggi, incontri ed eventi vari, mentre i
produttori sono sempre più propensi ad un rapporto diretto con il consumatore.
Spesso aprono dei blog, partecipano agli eventi organizzati sul territorio
(pensiamo solo alle più di 4.000 aziende che saranno presenti quest’anno al Vinitaly
e in continuo aumento ogni anno) sia a livello nazionale ma anche spesso a
livello locale, cercando il sodalizio e la visibilità adeguata con ristoranti e
associazioni varie.
Insomma, il mondo del vino
è in veloce evoluzione, complice un momento storico turbolento che potrebbe far
nascere nuove opportunità per chi saprà rimettersi in gioco.
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