Non prendo spesso vini biologici o vini biodinamici, ma questo Verdicchio dell'azienda agricola Pievalta mi ha incuriosito.
Con Pievalta nasce il progetto della Barone Pizzini di realizzare un Verdicchio utilizzando l'agricoltura biologica e in particolare la biodinamica come presupposto di alta qualità del vino.
Lavorare biodinamico in viticoltura significa utilizzare preparati naturali, composti organici e vegetali per la formazione di humus con il quale nutrire la vite. In una prima fase, vengono seminate essenze leguminose tra i filari e distribuito il letame che favorisce la creazione di humus, mentre nella seconda fase coincidente con il solstizio d'estate viene distribuito il cosiddetto 'corno silice'. Contro i parassiti si utilizzano solamente zolfo e rame mentre è vietata qualsiasi altra sostanza chimica.
La bottiglia indica sul retro il marchio Demeter, l'ente che certifica l'utilizzo dei metodi naturali.
Occorre dire che oggi è tema molto d'attualità nel mondo del vino con una divisione quasi netta da parte di esperti e appassionati di vino tra favorevoli e contrari. A tale proposito mi limito a segnalare l'opinione di un famoso giornalista esperto di vino nel link sotto riportato.
Molti produttori di vini bianchi utilizzano la bottiglia trasparente per esaltare il colore del vino e invogliare all'acquisto. La bottiglia utilizzata è invece di un verde scuro che garantisce la giusta protezione del vino contro i raggi del sole o della luce artificiale. Insolita anche il tipo di bottiglia utilizzato da questo produttore: al posto della classica 'bordolese' ha preferito una 'albeisa' che solitamente viene utilizzata per i rossi piemontesi.
Le vigne che producono questo Verdicchio sono poste in località Monteschiavo, a sinistra del fiume Esino, con terreni argillo-calcarei che conferiscono al vino mineralità e freschezza fruttata. Siamo comunque nella zona di maggior prestigio della produzione di Verdicchio e precisamente nei territori intorno a Matelica.
Anche la resa per ettaro in quintali (60) è piuttosto bassa, a indicazione di una predisposizione verso una ricerca della qualità piuttosto che della quantità prodotta di uva.
Questo vino ha fatto 6 mesi in vasche di acciaio e 1 mese di affinamento in bottiglia.
Nel bicchiere è brillante, di un colore giallo paglierino con rilessi verdognoli. Il 2011 si dimostra quindi essere una annata ancora piuttosto giovane.
Al naso si apre lentamente e solo dopo essersi scaldato un po' nel bicchiere, ma chiare sono le note fruttate, in particolare di pesca gialla e bianca; esprime una buona eleganza minerale, calcarea. Abbastanza intenso, abbastanza complesso e fine.
Al gusto risulta poco caldo, sapido, fresco con note decisamente spostate sulle durezze ma in ottimo equilibrio con la parte fruttata, non particolarmente lungo e con un piacevole finale di mandorla.
Sicuramente armonico e pronto è, a mio avviso, un vino che avrebbe potuto aprirsi maggiormente tra un anno o al massimo due.
L'abbinamento è scontato con piatti a base di pesce ma anche con la carne bianca saporita come il coniglio.
http://www.vinoalvino.org/blog/2013/03/vini-naturali-biologici-biodinamici-questa-moda-ci-ha-veramente-stancato.html#comments
Commenti
Posta un commento