Alzi la mano chi non conosce la Nino Negri di Chiuro (Sondrio).
Storica azienda vitivinicola lombarda fa parte del G.I.V. (Gruppo Italiano Vini), la più importante realtà italiana nel mondo del vino con etichette molto conosciute come Bolla, Ca' Bianca, Bigi, Lamberti, Santi, Rapitalà ecc tanto per citarne alcune.
La Nino Negri nasce nel lontano 1897 in Valtellina dove la vite cresce rigogliosa grazie ad una esposizione ottimale al sole, discreta ventilazione e un suolo ricco di sostanze minerali. Fa parte della cosiddetta 'viticoltura eroica' che accomuna, oltre alle coltivazioni di vite nella Valtellina, la Liguria, la Valle d'Aosta e alcune zone della Sicilia e dell'Abruzzo.
E' una realtà moderna che può contare su 31 ettari vitati che ha saputo innovarsi mantenendo allo stesso tempo un certo gusto percepito per la tradizione; a questo si aggiunge un continuo rinnovamento sia in cantina (botti, nelle vasche in acciaio, sistemi di vinificazione) che in vigna (continui reimpianti).
E ancora chi non conosce il prodotto di punta della Nino Negri, il mitico Sfursat?. O ancora il Sassella, Inferno, Grumello frutto di vigne poste nelle omonime prestigiose zone di produzione.
Oggi però parleremo di un prodotto base di questa azienda, il Rosso di Valtellina DOC, perchè spesso è proprio dalla sua qualità che si capisce la serietà dell'azienda, l'attenzione per il prodotto e il marchio e come viene condotta la cantina, che nel caso della Nino Negri è affidata all'enologo Casimiro Maule (miglior enologo dell'anno 2007 secondo il Gambero Rosso).
Le uve Chiavennasca (Nebbiolo) al 90%, oltre ad un 10% di Rossola, Pignola e Prugnola, si riconoscono subito dal colore granato scarico tipico di quest'uva dovunque la si coltivi, in Valtellina come nel Piemonte.
La gradazione alcolica non particolarmente elevata 12,60% fa subito pensare ad un vino piacevole, probabilmente fruttato.
Le lacrime seppur nette sono veloci a scendere nel bicchiere.
Al naso è intenso e abbastanza complesso, abbastanza fine, fruttato e vinoso e questo si poteva capirlo anche dall'annata (2011).
Al palato è secco, abbastanza caldo, fresco con tannini controllati e bilanciati dai 6 mesi passati in botti di rovere di Slavonia da 80 Hl, con un ricordo di spezie e viola appassita.
E' un vino equilibrato, abbastanza persistente, di corpo, armonico e con l'esigenza di freschezza che lo contraddistingue lo definirei pronto.
Lo consiglierei a tutto pasto vista l'estrema versatilità ed equilibrio di questo vino, abbinato magari ad una pasta al ragù o a carne bianca.
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