E' una piovosa domenica d'autunno e il navigatore mi sta facendo girare per strade tortuose e sconosciute tra Bruzzano e Affori.
In giro non si vede proprio bella gente, diciamo la verità, ma il mio obiettivo non è girare in macchina per Milano sotto una pioggia insistente ma recarmi alla Milano Wine Week, invitato gentilmente dall'amico viticoltore Everto Monferrato Wines.
Arrivato in via Watt mi infilo lestamente nel primo parcheggio libero che trovo, ignorando se la sede dell'evento sarà o meno vicina.
Passeggiata di 5 minuti a passo svelto e sono finalmente nell'accogliente sede della MWW.
Il tempo di trovare l'amico produttore, liberarmi di ombrello e soprabito ed eccomi alla ricerca di nuovi produttori da incontrare, ma anche viticoltori già conosciuti i cui vini voglio riassaggiare.
Passeggiando per l'enorme salone mi fermo davanti al mio primo assaggio.
Si tratta di Jermann, storico produttore friulano con cui mi fermo amabilmente a parlare per una buona mezz'ora, trattando degli argomenti più disparati, tra cui la loro coraggiosa scelta di utilizzare in larga misura i tappi stelvin, per garantire ai consumatori un prodotto di assoluta integrità.
Scelta che tra l'altro consente l'utilizzo di una percentuale inferiore del 20% nell'uso dei solfiti a tutto vantaggio del consumatore finale, oggi più che mai sensibile alla salute.
Assaggio due vini: il pluripremiato Vintage Tunina e una interessantissima versione del loro Pinot nero chiamata Lonsblau.
Passo poi ad un produttore per me nuovo: i simpatici e preparatissimi sardi di Unmaredivino con i quali intavolo una interessante discussione di natura squisitamente tecnica su profumi e sapori dei loro interessantissimi vini.
In primis un Vermentino bianco strepitoso per rapporto prezzo qualità (Biancosmeraldo), e due rossi TOP uno a base Cannonau e uno invece con una prevalenza di vitigni internazionali.
Tutta vini minerali, sapidi (il bianco direi salino), con bouquet di macchia mediterranea e con piacevoli note mentolate (i rossi).
Un produttore che mi annoto e di cui renderò edotti anche gli amici del 'gruppo dei soliti astemi' alla cena del mercoledì.
E' poi la volta di altro produttore, questa volta conosciuto ma solo per averlo letto nelle guide e sui blog, ma senza averne mai assaggiato nulla.
Si tratta dei marchigiani di Cantina dei Colli Ripani, con cui parliamo di come riescono a privilegiare la qualità al posto della quantità delle uve portate in cantina dai soci conferenti.
Il rischio di alcune cantine sociali è quello di prendere un po' di tutto soprattutto dai produttori più grossi e organizzati. Mi spiegano invece che i loro agronomi e i loro enologi sono costantemente in contatto con i singoli soci, a cui dispensano preziosi consigli ma che fanno anche uno stretto controllo della qualità della materia prima, oltre che del lavoro in cantina.
Infine il pagamento dell'uva avviene non solo a quantità ma anche sulla base di rigidi protocolli di qualità che, devo dire, hanno un riflesso immediato nei loro vini, come ad esempio il loro Condivio Offida Pecorino Docg, dalla netta mineralità e dalla sicura spalla acida. Anche in questo caso un rapporto qualità prezzo da segnalare e annotarsi.
Passo poi ad un altro storico produttore, il bravo Masciarelli, con il quale parliamo, in una dialettica serrata e schietta, di sensazioni, note tecniche e di terroir relativi ad alcuni dei suoi vini assaggiati 'alla cieca'.
Tra i vini segnalo il morbido Castello di Semivicoli, strepitoso entry level, per poi passare ad un inarrivabile Montepulciano d'Abruzzo Marina Cvetic, per finire con un vino dalle grandi potenzialità come il poco conosciuto Iskra.
E' ancora tempo di un veloce assaggio al banco del conosciutissimo Erste+Nue di cui degusto un classico e generoso Sauvignon ...... ma è il mio canto del cigno.
Vengo infatti richiamato dall'amico produttore il quale ha bisogno di una mano al suo banco di assaggio.
Mano che do più volentieri visto che adoro trovarmi, per una volta, dall'altra parte del banchetto ad intrattenere i clienti con i vini di Everto che ho più volte assaggiato, che conosco benissimo e che apprezzo da tempo, ma il cui decollo in termini qualitativi e di varietà produttiva negli ultimi due anni è stata praticamente pari all'accelerazione delle navicelle spaziali di Elon Musk.
Chiudo infine con una nota di merito alla Milano Wine Week, manifestazione nella quale sono riuscito a parlare amabilmente con tanti bravi produttori senza il caos tipico di altre manifestazioni, e al suo instancabile organizzatore, quel Federico Gordini che saputo portare l'eccellenza enologica a Milano, credendoci, lavorando sodo e infine riuscendo in una impresa non facile.
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