Oppidum di Sant'Andrea |
Alcune volte si ha bisogno di un vino conosciuto, senza sorprese, magari con l'esigenza ad una cena di soddisfare un pubblico più ampio possibile.
In questo caso i classici vitigni internazionali (Chardonnay, Merlot, Cabernet ecc) danno quasi sempre una certa garanzia, chiaramente con i consueti distinguo.
Altre volte invece si può sentire la necessità di sperimentare, si ha voglia di provare qualcosa di nuovo e diverso dai soliti vini, magari buoni ma in alcuni casi tutti un po' omologati.
Se siete in quest'ultimo stato d'animo l'Oppidum della Cantina Sant'Andrea non vi lascerà delusi.
Dietro alla interessante storia della famiglia Pandolfo, originari della Sicilia, emigrati in Tunisia e poi stabilitisi a Terracina, c'è il filo conduttore della vite.
Il Vigneto di Terracina, dove viene prodotto questo interessante Oppidum, ha una estensione di circa 15 ettari, un terreno carsico a circa 400 mslm e vigne immerse nel verde di un territorio bellissimo e sottovalutato.
Nella stessa zona, ai tempi dei Romani, si coltivava già la vite, ma ben presto la zona entrò in declino anche per via di continui disboscamenti che provocarono la formazione di zone acquitrinose e paludose e il conseguente insorgere della malaria.
Tutto rimase invariato fino agli anni '30 quando la bonifica permise il recupero dei terreni e il ritorno dell'agricoltura e quindi anche della vite.
Il Moscato di Terracina è stretto parente del Moscato di cui si conoscono numerose varianti come il Moscato bianco, forse il più conosciuto, coltivato in Piemonte e che tutti almeno una volta nella vita abbiamo assaggiato.
E ancora il Moscato Giallo e quello Rosa, coltivati in Trentino, il Moscato di Alessandria o Zibibbo molto presente in Sicilia, e l'ormai rarissimo Moscato di Scanzo, vero nettare degli Dei.
Cantina Sant'Andrea ha il pregio di aver da sempre creduto nel Moscato di Terracina e ha sempre spinto per il riconoscimento della Doc avvenuta da pochi anni.
L'Oppidum ha un colore paglierino con riflessi dorati, un naso estremamente interessante con note floreali ed erbacee intense, miele di acacia, albicocca e canditi.
Se al naso in una degustazione alla cieca può sembrare un Moscato per via della inconfondibile aromaticità, al palato è secco, teso, nitido, piacevolmente amarognolo, con in primo piano gli agrumi e una nota di macchia mediterranea molto caratterizzante.
Si abbina brillantemente ai frutti di mare, ma anche ad una freschissima ed estiva mozzarella di bufala.
L'Oppidum ha uno straordinario rapporto qualità-prezzo, ed è un vino fuori dai soliti schemi.
Assolutamente da provare a chi piace sperimentare.
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