Berlucchi |
La visita alla cantina Berlucchi è un classico per i sommelier Ais.
Si parte alle 16.30 di un lunedì pomeriggio di fine marzo. Appena usciti dall'autostrada all'altezza di Rovato ci si imbatte in almeno una ventina di cartelli con le indicazioni dei principali produttori di bollicine franciacortine.
Erbusco è ad un passo dall'autostrada ma il paesaggio comincia rapidamente a cambiare e da pianura si trasforma in dolci colline che si ricoprono via via sempre più intensamente di curatissime vigne. Tra l'altro anche un non addetto ai lavori riuscirebbe a percepire l'estrema vicinanza delle viti tra di loro, ovvero quella che viene definita come alta densità di impianto che per la Francicorta è tra le più alte del mondo.
La cantina di Berlucchi si apre su un largo spiazzo che si affaccia su un bel panorama di vigne e filari a perdita d'occhio.
Una volta all'interno si parte con la visita alla sterminata cantina che contiene mediamente qualcosa come 15 milioni di bottiglie. Situata a circa 10 metri di profondità, ha una temperatura costante di 13 gradi e una leggera umidità. Praticamente ovunque si susseguono bottiglie di diverse annate e diverse tipologie; in particolare quelle pronte per essere commercializzate sono stipate nei moderni giro pallet, forse non molto romantici o belli da vedere ma funzionali e assolutamente necessari per una produzione così alta di bottiglie.
La tecnologia ormai non viene più utilizzata solo in cantina ma anche in vigna, se è vero che tutti i trattori sono ormai dotati di un computer collegato ad un gps che consente di far erogare una quantità di concime variabile a seconda della tipologia del terreno che si sta concimando. Questo consente un notevole risparmio di concime ma presuppone anche una conoscenza perfetta di ogni ettaro di terreno, che passa attraverso il complicato e costoso ma necessario lavoro di zonazione.
Altra curiosità consiste nelle fotografie aeree con gli infrarossi per capire le differenti temperature dei terreni e quindi quale uva raggiungerà prima il giusto livello di maturazione e di conseguenza verrà vendemmiata in anticipo rispetto ad altre zone.
Alla fine della visita ci aspettava un gradito buffet accompagnato da un freschissimo Berlucchi 61, il più adatto per accompagnare il momento dell'aperitivo.
Al relais di proprietà dell'azienda è stata servita la cena con accompagnamento di bollicine su tutte le portate.
Cellarius Pas Dosè 2008
Chardonnay (80%) e Pinot nero (20%) per questo convincente pas dose di Berlucchi. Il mosto fermenta in acciaio eccetto una piccola percentuale che matura in barrique, dove svolge la malolattica. Il contatto con i lieviti è di 42 mesi.
Tra i tre spumanti bevuti è risultato il più convincente, con un olfatto di frutta gialla e crosta di pane e un gusto deciso e autorevole.
Cellarius Brut 2008
La composizione è molto simile al Pas Dosè ma il contatto con i lieviti è di 30 mesi. Il gusto è pure simile ma un po' più ruffiano, meno deciso; si distingue per freschezza e acidità e per i profumi particolarmente intensi.
Cellarius Rosè 2008
Il meno convincente dei tre cellarius, sicuramente più rotondo e pieno, con delicati sentori di lampone, al palato perde un po' in personalità e autorevolezza e tende a confondersi con altri prodotti presenti sul mercato.
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