La collina di Rosazzo forma un microclima del tutto particolare, dominato dall'influenza del vicino mare Adriatico (circa 25 km), e le discrete escursioni termiche; a questo si aggiunge l'esposizione ottimale dei vigneti, la protezione delle prealpi Carniche e Giulie dai freddi venti di origine siberiana e il sottosuolo formato da marne oceaniche ricche di elementi minerali.
Siamo a una decina di chilometri dal confine sloveno e a una ventina da Udine. In zona l'Abbazia di Rosazzo colpisce per il panorama in gran parte formato da colline ricoperte di vigne e il complesso nel suo insieme; all'interno le rose offrono un bello spettacolo di contrasto con l'austerità tipica della abbazie, dove tra l'altro di produce vino dalla fine del 1200. Inutile dire che attraverso la coltivazione della vite i monaci, come nel resto d'Italia, abbiano contribuito nel corso del Medio Evo alla valorizzazione dei vitigni autoctoni e del vino in generale.
Le vigne e la cantina, la più antica di tutto il Friuli, vengono oggi gestite da un produttore storico della zona come Livio Felluga.
In questa zona, grazie a questo microclima tendenzialmente più caldo rispetto ad altre zone, viene coltivato anche l'ulivo e, a differenza del Friuli in generale, quasi il 40% dei vigneti sono a bacca rossa.
Tra i bianchi si sono bene adattati a clima e terreno i vitigni internazionali, ma sono i vitigni autoctoni che danno il meglio in questo estremo lembo d'Italia.
Tra questi il Ribolla gialla è un po' il simbolo dei vini bianchi autoctoni friulani, che nonostante l'origine incerta (sembra che sia giunta in Friuli ai tempi della Repubblica di Venezia con barbatelle prelevate da Cefalonia), viene di sicuro coltivata sulle colline di Rosazzo fin dal IV secolo d.C.
Ho degustato in occasione di una serata Ais il Ribolla Gialla di Rosazzo di Le Vigne di Zamò.
Produttore friulano di Manzano, in località Rosazzo, inizia la sua attività nel 1978 con l'acquisto di cinque ettari di vigna sulla collina della Rocca Bernarda. La famiglia Zamò ha gestito tra l'altro dal 1981 i vigneti dell'Abbazia di Rosazzo che appartiene alla Curia Arcivescovile di Udine (e come già citato oggi gestiti da Livio Felluga) e negli anni successivi vengono acquistati altri 15 ettari intorno all'abbazia anche per non disperdere le conoscenze maturate con la gestione dei vigneti dell'abbazia.
Le uve provengono da tre terroir differenti, Rocca Bernarda, Buttrio e Rosazzo ed è proprio da quest'ultima collina particolarmente vocata alla produzione di Ribolla Gialla che arrivano le uve per produrre questo Friuli Colli Orientali di Le Vigne di Zamò.
L'80% del mosto fa acciaio, mentre il restante 20% matura in botti di rovere da hl 25, con la fermentazione malolattica svolta al 50%.
Ha un colore paglierino piuttosto carico, mentre al naso risulta un po' riduttivo sia in complessità che in intensità; dopo attenta olfazione si fanno strada timidi profumi di fiori di campo e mela.
Al gusto è delicato, equilibrato, vegetale, con un fitto retrogusto amarognolo su un finale un po' corto.
Nel complesso mi aspettavo più personalità e più profumi, ma potrebbe essere l'annata, la singola bottiglia o un lotto particolare. Lo consiglio principalmente come aperitivo.
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