Niente da dire, quando un vino è buono lo capisci appena stappata la bottiglia. L'effluvio di frutta che si percepisce è spesso già un buon indicatore di intensità e complessità.
Sul colore nel bicchiere sono parecchio indeciso: si pone tra il rubino e il granato; pensandoci un attimo propendo per un rubino con riflessi granati, tenendo anche conto del vitigno dominante, il Negroamaro con una percentuale di Malvasia nera, e dell'annata 2010.
Al naso è un vero uragano di sensazioni olfattive, dove prevale la frutta in confettura, poi si apre alle spezie dolci, a delicate note minerali e di tabacco, su un finale leggermente vegetale.
In bocca si fa strada prima la morbidezza data dall'alcol e dalla glicerina, poi subito parte il lavoro dei tannini sulle pareti esterne del palato. Tannini che si percepiscono senza essere invasivi. Sembra di mordere la frutta fresca e croccante. Questo vino ha tra l'altro una buona acidità, tanto che potrebbe tranquillamente stare in cantina ancora per molti anni.
Il finale è lungo, e lascia una sensazione di pienezza e soddisfazione non comune.
Un vino che mi ha soddisfatto pienamente, di sostanza, da perfetto abbinamento con l'arrosto di vitello con patate.
Chapeaux al produttore di cui ancora non ho parlato.
Pochi accenni per dire che l'azienda di Salice Salentino ha una storia antica che risale al 1665, al tempo di re ed aristocratici che hanno saputo investire e guadagnare nella terra e nella vigna. I prodotti della Leone de Castris sono tanti e spaziano anche negli spumanti, nei distillati e nell'olio, tutti con una forte impronta pugliese (sembra una precisa scelta aziendale), cosa che non ha impedito all'azienda di attestarsi su una considerevole produzione di circa 2.5 milioni di bottiglie.
Tra l'altro in occasione di 'Bollicine in festa' dello scorso novembre mi era capitato di assaggiare il loro spumante Five Roses Metodo Classico, con base Negroamaro, che per l'occasione non aveva sfigurato rispetto a molti prodotti di medio livello proposti da aziende della Franciacorta.
E ancora due parole merita la Doc Salice Salentino, voluta dal senatore Arcangelo De Castris, che si pone nella parte della Puglia che da sempre ha visto dominante la coltivazione della vite, fin dai tempi della Magna Grecia.
E' una zona di produzione di grandi vini rosati, con vitigni come il Negroamaro, la Malvasia nera e il Primitivo. Non lontano da Lecce si pone ad uguale distanza dal mare Adriatico e dal Mare Jonio in una terra bellissima fatta di luce e colore, con le sue chiese barocche e le celebrazioni popolari di stampo religioso.
Il tutto racchiuso in un bicchiere di Salice Salentino . . . .
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