Il Prié Blanc è il vitigno base del Blanc de Morgex et de La
Salle e il suo arrivo in Valle d’Aosta si perde nella notte dei tempi.
Secondo alcune fonti il vitigno era presente in zona già al
tempo dei Romani, mentre stando ad una tradizione locale venne portato in zona
da un gruppo di coloni del Vallese chiamati a ripopolare la Valdigne decimata
da una precedente pestilenza.
Secondo alcuni studiosi infine il Priè Blanc è un vitigno
autoctono della Valle d’Aosta che nel corso del tempo ha subito modificazioni
da selezioni in parte spontanee.
Di sicuro all’epoca le piante erano diverse da oggi ed
avevano la funzione di produrre più uva possibile in modo da dare sostentamento
ai contadini, oltre che essere utilizzate per pagare debiti e tasse.
La produzione era interamente di tipo famigliare,
estremamente parcellizzata e condotta come oggi in condizioni estreme se
consideriamo che i vigneti più elevati possono arrivare ai 1200 metri di
altitudine.
Questo tipo di produzione è resistita fino al dopoguerra,
quando la difficoltà di coltivazione è venuta sempre più a pesare rispetto alla
viticoltura meccanizzata della pianura e della collina.
La viticoltura di montagna ha quindi visto un quasi generale
e progressivo abbandono delle aree più impervie, dove i contadini del passato
si erano spinti per sfruttare tutte le zone di coltivazione possibili.
La svolta avvenne negli anni ’70 con l’istituzione della
Scuola di Agricoltura e con la nascita delle prime cooperative o ancora il
Centro di Ricerca della Viticoltura di Montagna.
Infine negli anni ’80 sono arrivate le politiche di sostegno
della Amministrazione Regionale, mentre verso gli anni 2000 si è assistito ad
un deciso ritorno di interesse verso i vitigni autoctoni da parte dei
consumatori, dopo diversi decenni nei quali si era andati verso l’omologazione
del gusto con la ricerca ossessiva dei vitigni internazionali.
Ad oggi gli ettari coinvolti nella produzione di Priè Blanc
sono circa 18 e rappresentano la maggior parte delle uve raccolte nei comuni di
Morgex e La Salle, con scarsa possibilità di espansione viste le
caratteristiche morfologiche del terreno.
In Valdigne il Priè Blanc si esprime con la massima
autenticità ed originalità tipica dei vitigni presenti da sempre sul
territorio.
Infatti le sue caratteristiche sono quelle di avere un ciclo
vegetativo molto breve, che inizia piuttosto tardi rispetto ad altri vitigni e
termina in anticipo.
Questo permette al vitigno di superare senza rischi le non
infrequenti e temutissime gelate primaverili che alle volte si protraggono a
queste altitudini fino a maggio e di evitare l’arrivo delle nevi.
La pianta viene coltivata su pergole molto basse, sorrette
da palature in legno, per permettere all’uva di stare più vicina al terreno
ricco di sassi che immagazzinano e rilasciano il calore.
Altra caratteristica importante del Priè Blanc è che l’aria
asciutta della zona non favorisce la presenza delle malattie crittogamiche,
mentre per quanto riguarda la fillossera qui è completamente sconosciuta in
quanto l’insetto non resiste alla elevata altitudine.
Si usano quindi viti europee senza ricorrere all’innesto su
piede americano, come succede alla maggior parte delle viti e questo consente
di ottenere piante più sane e longeve, mentre le caratteristiche del vino
risultano ancora più aderenti con il territorio e le peculiarità del vitigno.
La Cave Mont Blanc de Morgex et La Salle è una cooperativa
che opera dal 1983 e che può contare sull’apporto di circa 80 soci.
Il loro Blanc de Morgex e de La Salle, annata 2014, fa
affinamento solo in acciaio con l’utilizzo di lieviti autoctoni e alloctoni,
per permettere la conservazione delle caratteristiche principali del vitigno.
Nel bicchiere si presenta giallo verdolino chiaro, mentre al
naso è nitido ed elegante, con note di fiori di campo, cedro ed erba falciata.
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