La viticoltura a Caldaro si distingue per l’estrema parcellizzazione
su un numero molto elevato di proprietari ognuno con poderi molto piccoli, a
volte anche meno di un ettaro.
Questa caratteristica ha spinto naturalmente i proprietari
verso una forma di cooperazione che ha trovato nella Cantina di Caldaro la sua
naturale realizzazione.
La cantina attuale è la risultante di una fusione avvenuta
nel 1992 tra le due cantine storiche del territorio, la Cantina dei Contadini e
la Cantina del Giubileo, entrambe fondate all’inizio del secolo scorso.
Come in molte altre zone d’Italia, la parcellizzazione dei
vigneti porta alla conseguenza che i soci conferitori non si possano reggere
finanziariamente sul lavoro in vigna, che diventa invece un secondo lavoro da
svolgere dopo l’attività principale.
Quello che invece distingue queste zone è l’elevato livello
qualitativo dell’uva conferita dai soci, aiutati durante tutto l’anno dalla
cantina che organizza corsi di aggiornamento, riunioni e sopralluoghi nei
vigneti.
In altre zone si sarebbe verificato l’abbandono delle
campagne: cosa inconcepibile per gli altoatesini, gente orgogliosa e unita,
innamorata della bellezza del proprio territorio, uomini e donne che lavorano
la loro terra con passione, se non quasi venerazione.
Tutto questo quadro di insieme non vuole essere un quadro
idilliaco, ma la fotografia della realtà da queste parti, che spiegano l’elevato
livello qualitativo reso disponibile al giusto prezzo, e che danno vita a vini
spesso indimenticabili e dalla spiccata personalità.
Nel caso della Cantina di Caldaro una doverosa citazione la
dobbiamo al loro Gewurztraminer.
L’annata 2016 da me assaggiata, non è stata climaticamente
delle più facili, a causa di un aprile particolarmente freddo che ha temporaneamente
bloccato la crescita, oltre ad un instabile inizio d’estate che si è poi
regolarizzato a luglio e agosto.
In questo contesto climatico la bravura dei contadini e il solito
eccellente lavoro di selezione svolto in cantina, ha portato ad un vino che
potremmo definire la tipica espressione del Gewurztraminer altoatesino.
La vendemmia tardiva unita a pressatura soffice, decantazione
naturale e maturazione sulle fecce fini in vasche di acciaio per quattro mesi,
sono le principali note tecniche da considerare.
Al naso prevalgono le note di sambuco, litchi e frutta
esotica, senza tralasciare una leggera scia minerale e salmastra.
La bocca è piena e fragrante, tesa e diretta, piacevolmente
sapida e con finale molto persistente.
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