Passa ai contenuti principali

Barbaresco Rabajà Riserva (2007) di Produttori del Barbaresco



Mi è capitato più volte di affermare, a dire la verità praticamente ogni volta che lo assaggio, che il Barbaresco dei Produttori del Barbaresco è uno dei migliori in circolazione, soprattutto se consideriamo il rapporto qualità-prezzo.
La cooperativa venne fondata nel 1958 da Don Fiorino Marengo, parroco di Barbaresco e poteva contare sull’apporto di 19 soci, che nel tempo sono cresciuti fino ai 50 attuali, così come la superficie vitata è cresciuta con costanza nel tempo fino a superare i cento ettari vitati a Nebbiolo.

Non mi stancherò di dire che i soci della cooperativa sono un esempio da seguire per tutta la cooperazione italiana per la ricerca ossessiva della qualità e pure ottimo è il lavoro in cantina che è orientato a mantenere nei vini la tipicità del territorio e il rispetto della tradizione.
Tra i cento ettari vitati ci sono terreni considerati particolarmente vocati per la produzione di Nebbiolo, come la collina Rabajà, 4 ettari su un terreno argilloso-calcareo con venature sabbiose.
Si sviluppa tra i 230 e i 310 metri e confina con altre colline rinomate come Muncagota, Martinenga, Trifolera e Cottà.

Il Barbaresco Rabajà Riserva annata 2007 dei Produttori del Barbaresco fa una fermentazione in acciaio a 30 gradi, come si conviene ai grandi rossi italiani e 28 lunghi giorni di macerazione sulle bucce per ottenere la massima estrazione del frutto e dei tannini contenuti nelle bucce; infine viene lasciato ad affinare 6 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Il colore è granato di bella luminosità.
Naso suadente ed elegante, piacevolmente balsamico con sentori di spezie, amarena ed erbe aromatiche.
Palato che oscilla tra la morbidezza della glicerina e dell’alcol e la vena ancora arzilla di tannini e acidità, che fanno pensare ad un vino che poteva ancora starsene tranquillo in bottiglia per almeno altri 8-10 anni.
Persistenza decisamente lunga.




Commenti

Post popolari in questo blog

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma

I Cannonau Vigna Sorella e Chidera, annata 2014

Stiamo ancora in Sardegna per parlare di Cannonau, vitigno autoctono dell'isola dalle origini antichissime riscoperto in alcuni vasi di ceramica del XII secolo a.C. Puntuale come il Natale, ho letto di recente dell'ennesima ricerca internazionale che parla del vino rosso e delle sue proprietà antiossidanti, che nel caso del Cannonau pare siano particolarmente importanti. Che lo siano o meno non credo che questo porti a consumare più vino chi solitamente non ne beve, ma di sicuro aiuta la consapevolezza generale che bere poco ma bene, contribuisce a migliorare la qualità della vita oltre ad essere un piccolo tassello di un complicato puzzle, che affiancato a tanti altri comportamenti corretti nella vita di tutti i giorni, può aiutare e influire positivamente sulla salute di ogni individuo. Tornando più direttamente al nostro amato Cannonau, è anche il vino rosso che più di ogni altro richiama alla memoria la Sardegna, con tutto il suo carico di nostalgici ricordi di una