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Kre'u Monica di Sardegna Superiore di Meloni, annata 2009

Il Monica di Sardegna è uno dei più antichi vitigni sardi.
Come per tutti i vitigni cosiddetti autoctoni, quindi che sono da tempo immemorabile presenti sul territorio, anche per il Monica non si riesce a decifrarne con esattezza le origini.
Se diamo retta alla parola, in alcune parti dell’isola il Monica è chiamato Uva Mora e da qui si pensa che sia stato portato sull’isola forse dai Mori, mentre in altre zone è chiamato Monica di Spagna e quindi si pensa ad una origine che risale alla penisola Iberica.
Poco importa, quello che è certo è che questo vitigno si è adattato da centinaia di anni al clima e ai terreni della Sardegna, tanto che lo possiamo ritrovare sia nella zona sud occidentale, dove è maggiormente coltivato, sia nella parte centrale dell’isola.
Ci sono poi altre zone in cui è possibile ritrovarlo, come ad esempio nell’ampia fascia pianeggiante e argillosa della provincia di Cagliari.

I terreni su cui crescono le viti di Monica sono quelle comuni alla maggior parte della Sardegna, quindi suoli formati da rocce di arenaria, con la presenza in alcuni casi di fossili marini o di rocce di natura vulcanica (quarzo e sabbie) nella parte centrale della regione.

In questo contesto opera un produttore che ha più di 100 anni di storia e che ha raggiunto un più che ragguardevole quantità produttiva, che viene venduta al 50 % in Italia e per l’altro 50% all’estero.
Si tratta di Meloni Vini, azienda con sede a Selargius, nelle immediate vicinanze di Cagliari, con terreni in varie parti della Sardegna.
In particolare producono un Monica di Sardegna superiore, chiamato Kre’u, nella Fattoria Campu Pirastu a Senorbì, zona interna e centrale della regione.

In questa terra bruciata dal sole e siccitosa, Meloni possiede vigneti tutti coltivati secondo le regole dell’agricoltura biologica, con una impronta distintamente moderna applicati a vitigni autoctoni come il Monica.
Non ho molta dimestichezza con questo tipo di vitigno, ma devo dire che il Kre’u è un ottimo prodotto da agricoltura biologica proposto ad un prezzo onesto.

Il colore è rosso rubino acceso, di buona concentrazione cromatica e piuttosto consistente.
Il naso è nitido e pulito, con freschi rimandi alla frutta rossa matura, con rimandi di torba e accenni speziati e un finale di liquirizia. Un parziale difetto è una nota di legno non perfettamente integrata.

Il sorso è pieno, invitante e strutturato, con una buona spalla acida a contrastare (ma solo in parte) una alcolicità che si percepisce sul palato.


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