Il Monica di Sardegna è uno dei più antichi vitigni sardi.
Come per tutti i vitigni cosiddetti autoctoni, quindi che
sono da tempo immemorabile presenti sul territorio, anche per il Monica non si
riesce a decifrarne con esattezza le origini.
Se diamo retta alla parola, in alcune parti dell’isola il
Monica è chiamato Uva Mora e da qui si pensa che sia stato portato sull’isola
forse dai Mori, mentre in altre zone è chiamato Monica di Spagna e quindi si
pensa ad una origine che risale alla penisola Iberica.
Poco importa, quello che è certo è che questo vitigno si è
adattato da centinaia di anni al clima e ai terreni della Sardegna, tanto che
lo possiamo ritrovare sia nella zona sud occidentale, dove è maggiormente
coltivato, sia nella parte centrale dell’isola.
Ci sono poi altre zone in cui è possibile ritrovarlo, come
ad esempio nell’ampia fascia pianeggiante e argillosa della provincia di
Cagliari.
I terreni su cui crescono le viti di Monica sono quelle
comuni alla maggior parte della Sardegna, quindi suoli formati da rocce di
arenaria, con la presenza in alcuni casi di fossili marini o di rocce di natura
vulcanica (quarzo e sabbie) nella parte centrale della regione.
In questo contesto opera un produttore che ha più di 100
anni di storia e che ha raggiunto un più che ragguardevole quantità produttiva,
che viene venduta al 50 % in Italia e per l’altro 50% all’estero.
Si tratta di Meloni Vini, azienda con sede a Selargius,
nelle immediate vicinanze di Cagliari, con terreni in varie parti della
Sardegna.
In particolare producono un Monica di Sardegna superiore, chiamato
Kre’u, nella Fattoria Campu Pirastu a Senorbì, zona interna e centrale della
regione.
In questa terra bruciata dal sole e siccitosa, Meloni
possiede vigneti tutti coltivati secondo le regole dell’agricoltura biologica,
con una impronta distintamente moderna applicati a vitigni autoctoni come il
Monica.
Non ho molta
dimestichezza con questo tipo di vitigno, ma devo dire che il Kre’u è un ottimo
prodotto da agricoltura biologica proposto ad un prezzo onesto.
Il colore è rosso rubino acceso, di buona concentrazione
cromatica e piuttosto consistente.
Il naso è nitido e pulito, con freschi rimandi alla frutta rossa
matura, con rimandi di torba e accenni speziati e un finale di liquirizia. Un
parziale difetto è una nota di legno non perfettamente integrata.
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