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Serata Barbaresco

Il Nebbiolo trova la sua massima espressione nelle colline langarole ed in particolare sui terreni composti di argilla calcarea tipici della sponda destra del Tanaro.
In particolare la zona del Barbaresco merita una menzione speciale, sia per un rapporto qualità-prezzo molto invitante, sia per una espressione del vitigno Nebbiolo meno 'impegnativa' rispetto al suo scomodo vicino di nome Barolo.
Ma basta tornare indietro di 30 anni per scoprire che la situazione non era molto simile a quella odierna.
La macerazione insistita, eccessivamente prolungata ed un invecchiamento interminabile in grandi botti di rovere consegnavano un vino che spesso era pesante e già piuttosto maturo all'apertura della bottiglia.
Quindi gli anni 70 e 80 hanno visto una produzione di Barbaresco molto tannico, dotato di eccessiva potenza e poco equilibrio; poi l'avvento di un pubblico che ricercava più l'equilibrio e le note fruttate hanno determinato una svolta, fino al Barbaresco come lo conosciamo oggi.
La zona del Barbaresco è composta da quasi 700 ettari ed è poco aumentata nel corso degli anni e ricomprende la zona a nord della città di Alba, Barbaresco, Neive e Treiso, a loro volta suddivisi in tantissime sottozone contigue alcune più importanti e altre meno.
E sorprende sapere che colline divise da pochi chilometri possano produrre vini molto diversi e un esempio a proposito lo avremo nella degustazione che segue, effettuata con amici appassionati in una fredda e nebbiosa serata di fine dicembre.

Barbaresco Montefico (2010) - Azienda agricola la Ca' Nova

Barbaresco Montefico di La Ca' Nova
Produttore di Barbaresco che si distingue per un prodotto piuttosto gentile, fruttato e fine, meno potente e pieno rispetto ad altri Barbaresco.
Colore piuttosto intenso per un Barbaresco, un rubino caldo e vivo con alcuni riflessi aranciati.
Al naso si percepiscono sentori di terra bagnata, frutta fresca rossa, un accenno balsamico e un inizio di sentori terziari, ma anche spezie e leggere note di tabacco.
In bocca non è equilibratissimo, piuttosto fresco e tannico, manca un po' di morbidezza, anche se è molto pulito e ha buona progressione.
Nel complesso un naso immediato anche se non scontato, bocca agile ma dominata (ancora) dalle durezze.

Barbaresco Montestefano (2010) - Azienda agricola la Ca' Nova

Barbaresco Montestefano di La Ca' Nova

Montestefano è una sottozona a sud di Barbaresco e dista non più di 500 metri dalla sottozona Montefico.
Stesso produttore, stessa annata e due colline praticamente confinanti ma, come accennavo in precedenza, vino completamente diverso.
Al naso brilla per i suoi aromi di sottobosco, muschio, poi si fa strada la confettura di prugna e un piacevole e prolungato sottofondo balsamico.
Al naso ma anche in bocca è piuttosto ruffiano, morbido, estroverso e si sorregge sia una buona componente fresca, sia su una persistenza calda conferita da un alcol elegante e da buona dose di glicerina.
Vino indiscutibilmente pieno, equilibrato e dal gusto piacevolmente ricercato.

Barbaresco Rabajà (2005) - Produttori di Barbaresco



E' uno dei miei produttori preferiti. E' da sempre specializzato nella produzione di Barbaresco e conta sull'apporto delle migliori uve dei soci conferitori.
La serietà dei soci è la garanzia principale anno dopo anno e che fanno di questo Barbaresco una autentica sorpresa, l'eccellenza vestita di sobrietà.
Questa magnum del vigneto Radajà, invecchia 36 mesi in botti di rovere e 12 mesi in bottiglia prima di poter essere messa in commercio (e noi avere la fortuna di assaggiarla).
E' un Barbaresco luminoso, dal grande fascino ed espressione.
Definizione olfattiva di qualità e intensità straordinaria, fatta di sentori di confettura di more e fragola, spezie, accenni minerali e salmastri, viola appassita, fino a terminare su delicate note di liquirizia.
In bocca non delude le aspettative con un sorso pieno, armonico, elegante, con tannini setosi e una vena fruttata croccante.
Buona progressione e finale chilometrico.

Barbaresco (2004) - Produttori di Barbaresco

Barbaresco di Produttori di Barbaresco
Assaggiata per ultima per via dell'annata più vecchia ma indubbiamente inferiore rispetto al Rabajà.
Rimane comunque impresso il naso fruttato e mentolato, con una netta presenza vegetale.
In bocca è completo, avvolgente, tradizionale e sostenuto da tannini ancora vigorosi.
Piacevole e dal rapporto qualità-prezzo eccezionale.






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