La cosa peggiore che possa capitare ad un sommelier (anche ad uno di basso livello come il sottoscritto) è quella di prendersi un brutto raffreddore e quindi di non potersi gustare i profumi e sapori del vino.
Nel mio caso, quando domenica sera, le prime avvisaglie si sono manifestate in tutta la loro scomoda certezza, non potevo che inorridire pensando alla verticale di bitto e sforzato di valtellina in programma per il martedi.
Mi sono quindi visto costretto, in deroga alle mie solite abitudini, a bombardarmi di medicinali sperando almeno di ritardarne l'esplosione.
Grazie al cielo sono riuscito nell'intento di allontanare il raffreddore e mi sono goduto una bella serata organizzata dall'Ais di Monza e Brianza.
Il produttore Stefano Nera ha portato quattro annate in degustazione del suo Messere, Sforzato di Valtellina prodotto a Chiuro, in provincia di Sondrio.
I vigneti sono situati nelle sottozone Grumello e Valgella. L'uva raccolta al giusto grado di maturazione, viene fatta appassire in fruttaio per 3 mesi, poi la vinificazione per 20 giorni con macerazione sulle bucce, mentre l'affinamento viene svolto in botti di rovere francese e tonnaux per almeno 15 mesi, poi in bottiglia per altri 8 mesi.
ANNATA 2008
Come abbiamo tutti potuto constatare è una annata che seppure ancora giovane, è già ingrado di regalare belle soddisfazioni.
Grande intensità al naso, in cui prevale la frutta nera matura, la viola e un pizzico di legno.
Al palato mostra muscoli e struttura, mordidezza, perfetta corrispondenza con il naso e una trama tannica vellutata.
Questo è un vino che parla di gioventù, ma anche di potenzialita notevoli che si esprimeranno al meglio tra non meno di un paio d'anni.
Questo 2008 è stato abbinato ad un altrettanto giovane bitto del 2014. Più eloquente di mille parole era il sorriso ebete di vera goduria stampato sulle faccie dei fortunati presenti.
ANNATA 2006
Il migliore della serata. Simile al 2008 ma più maturo, è un vino concentrato, rotondo, fresco.
Il muscolo lascia spazio all'eleganza, l'intesita olfattiva meno invasiva a favore di una grande complessità.
In ordine sparso ricordo la viola, l'amarena, la liquirizia, le spezie, piacevoli note mentolate.
Lunghezza prodigiosa e abbinamento da favola con un bitto del 2010, dalla incredibile sapidità e persistenza.
ANNATA 2002
L'annata di certo non facile non poteva che riflettersi in un vino obiettivamente lontano dai suoi alti standard qualitativi.
Piuttosto avaro nei profumi e magro nell'impatto gusto olfattivo. Di sicuro prevale una nota verde in sottofondo, non fastidiosa ma abbastanza significativa delle difficoltà incontrare nella vinificazione e prima ancora in vigna.
Probabilmente è stato già un miracolo, o molto più probabilmente la bravura del produttore ed enologo, arrivare ad un risultato comunque pienamente soddisfacente.
In questo caso l'abbinamento con un bitto del 2008 è risultato un po sbilanciato dalla complessità del formaggio.
ANNATA 1999
Definirei il 1999 un vino aristocratico e intellettuale, per veri esperti in grado di percepire le sfumature piu sottili e complesse.
L'annata ottima si percepisce nella unicità intrinseca del vino. Qui non si percepiscono più la struttura e il muscolo ma solo la perfetta amalgama di tutto quello che di più tipico si percescisce del nebbiolo.
Frutta passa, armonia ed equilibrio, fitta trama tannica e acidità ancora ben presente.
Ha la stessa raffinata classe dell'annata 2006, il tutto su note naturalmente piu sfumate.
Abbinamento da leggenda con un bitto del 2006.
Si può tranquillamente affermare che per una sera si sono divinamente incontrate due grandi eccellenze lombarde.
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