Prosecco Uvaggio Storico di Val d'Oca |
Dopo tanto rosso e dopo la pausa raffreddore, avevo voglia di un vino semplice, diretto, immediato da abbinare con un antipasto e un primo semplice, e visto che era da un po' di tempo che non assaggiavo un prosecco ho deciso di aprire una bottiglia di Val d'Oca, cooperativa di produttori di Valdobbiadene, che fanno della qualità un impegno costante su cui si basa tutta la produzione, nonostante numeri di una certa importanza (circa 11 milioni le bottiglie prodotte).
La storia più accreditata sull'origine del prosecco parla di un vino già noto ai tempi dei Romani e chiamato Pucino, proveniente dalle stesse colline dove oggi si coltiva la Glera, vitigno principe del prosecco.
Ancora intorno agli anni '60, come del resto succedeva per molti altri vini, il prosecco era composto da diversi vitigni oltre alla Glera, come Bianchetta, Verdiso e Perera.
Infatti nel passato l'utilizzo di vitigni cosiddetti minori contribuiva a raddrizzare annate non particolarmente riuscite di una o più tipi di uve, rispetto alla vinificazione in purezza di un'unico tipo di uva, problema che chiaramente oggi è meno sentito per il miglioramento delle tecniche di vinificazione e per gli interventi in vigna.
Nel 1962 un gruppo di 11 produttori, in rappresentanza delle principali cooperative presenti sul territorio e delle grandi case spumantistiche della zona, costituiscono il Concorzio di Tutela del prosecco di Conegliano Valdobbiadene, mentre è di sette anni più tardi il riconoscimento della Doc.
L'uvaggio storico di Val d'Oca è un prosecco dai profumi fruttati di pera e mela, agrumi delicati come il mandarino e la buccia d'arancia.
Fresco e indubbiamente morbido per via del residuo zuccherino della versione 'dry', è in grado di sorprendere il palato con un suo equilibrio tutto particolare.
Di certo non è il vino della vita, ma di sicuro un buon prodotto, ben studiato e di ottima fattura, sempre considerando che stiamo parlando di prosecco.
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