Vitiano di Falesco |
L'area geografica a sud di Orvieto, intorno al lago di Corbara, è storicamente sempre stata una zona molto vocata per la coltivazione della vite anche se, negli ultimi decenni, piuttosto in declino per la mancanza di aziende in grado di investire seriamente sul territorio.
Siamo sul confine con il Lazio, non lontano dal lago di Bolsena, con le sue tipiche colline coltivate a vite e a olivi, le strade strette delimitate da muretti a secco e la visuale che spazia su un paesaggio rurale di rara bellezza.
Qui i fratelli Cotarella hanno acquistato l'azienda agricola Marciliano, individuando i terreni adatti per la coltivazione di Merlot, Cabernet, Sangiovese, e tramite un esperimento effettuato in collaborazione con l'Università della Tuscia, anche Nero d'Avola, Primitivo, Montepulciano, Teroldego, e ancora varietà del tutto particolari come Carmenere, Tannat e Malbech.
Insomma prevale la voglia di sperimentare, di rompere gli schemi e di sorprendere (critici e non) anche con iniziative come il Wine Team Research, nato su iniziativa dello stesso Cotarella e di una equipe scientifica dell'Università della Tuscia, che vede la partecipazione di un nutrito numero di aziende che hanno iniziato una produzione di vini senza l'utilizzo di solfiti. Ne risulterebbero vini strutturati, con un impianto olfattivo molto ampio e potenzialmente longevi; chiaramente qui il condizionale è d'obbligo trattandosi di esperimento.
Leggendo un articolo sul questo tema, mi sono ricordato del Vitiano di Falesco, che mi aspettava in cantina da qualche mese.
Merlot, Cabernet e Sangiovese in parti uguali, assemblati in periodi diversi, lungo contatto con le bucce e malolattica svolta in barrique, dove il vino fa un veloce passaggio di tre mesi prima dell'affinamento in bottiglia.
Rosso rubino carico e buona consistenza nel bicchiere.
Al naso possiede un bouquet complesso di ciliegia e mora, che si percepisce anche solo stappando la bottiglia; infine si nota piuttosto chiaramente (un po' troppo per i miei gusti su un vino così immediato) un sottofondo di tabacco.
Al palato è piacevole, equilibrato nelle sue diverse componenti, con un discreto patrimonio di acidità, tannini vellutati, verticale e perfettamente centrato sul palato.
È un vino che si beve con estrema facilità, costruito per piacere ad una fetta ampia di pubblico, morbido quanto basta, se vogliamo senza grandi sorprese.
Nel complesso è un vino gentile, di certo non nervoso, ma con una certa struttura e dalla grande versatilità in abbinamento a piatti non particolarmente complessi.
Ho scoperto il Vitiano una decina di anni fa grazie a degli amici appassionati della zona e devo dire che è uno dei migliori vini per rapporto qualità-prezzo che abbia mai assaggiato. Concordo sulla ciliegia così come concordo assolutamente sulla facile beva. Quando lo porto a delle cene con amici ha sempre un buon successo ma d'altra parte con Cotarella è difficile sbagliare!
RispondiEliminaGrazie Maxime. A proposito di Cotarella, ho avuto l'occasione di conoscerlo ad una verticale di Montiano, nella quale oltre a farci bere un gran vino ha parlato a ruota libera per due ore di argomenti molto interessanti legati chiaramente al mondo enoico. Davvero un bel personaggio.
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