Il Moscato con il panettone è una vera istituzione e pazienza se c'è chi ancora non lo ama.
Se posso permettermi di dare un consiglio (anche se sono sicuro che la maggior parte dei lettori di questo blog lo fa già da tempo), dimenticatevi la confezione di panettone industriale abbinata ad una improbabile e stucchevole bottiglia di moscato. Fate il salto di qualità: panettone da pasticceria e moscato da 15 o anche 20 euro e vi sembrerà di bere e mangiare qualcosa di completamente diverso.
Come per la maggior parte dei vini dolci la componente sapida e quella acida devono assolutamente essere presenti per evitare che le morbidezze delle uve aromatiche si trasformino in un sorso stucchevole (e da qui l'idea che il Moscato 'a me non piace').
Inoltre è fondamentale anche la temperatura di servizio: 6-8 gradi ovvero un paio di gradi in più dello spumante secco; la temperatura adeguata permetterà di esaltare le durezze (se presenti).
Marco Bianco è un produttore di Santo Stefano Belbo che produce solo Moscato in numerose varianti dal classico, allo spumante dolce oltre ad esperimenti come lo spumante secco o il bianco secco che non mi dispiacerebbe provare.
E' il secondo Natale che bevo il Moscato di Marco Bianco e l'ho ritrovato come me lo ricordavo l'anno prima.
Giallo paglierino con accenni verdolini, mentre i profumi sono quelli tipici dell'uva aromatica, quindi fiori appena accennati e frutta a volontà; ma in questo Moscato ho ritrovato anche una bella nota di brioche e di canditi.
In bocca una piacevole freschezza e un delicato agrume (mandarino) bilanciano le eleganti morbidezze tipiche di questo vino.
Quindi viva il Moscato . . . . ma solo quello davvero buono.
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