L'Insoglio del cinghiale è il classico vino che divide gli enoappassionati.
La zona di produzione è tra le più vocate della Toscana in particolare per la coltivazione dei vitigni internazionali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah tra i rossi e Voigner tra i bianchi.
Tanto per intenderci confina con la fortunata Doc Bogheri, con i suoi supertuscan venduti in tutto il mondo a prezzi non proprio economici, consulenze di winemaker internazionali e un marketing degno delle grandi aziende che ha saputo catturare l'interesse di Wine Spectator & C.
La Tenuta di Biserno, nel territorio di Bibbona, viene acquistata in anni recenti da Ludovico e Piero Antinori, storica famiglia che opera nel mondo del vino da intere generazioni e che, piaccia o meno, hanno scritto un pezzo di storia enologica italiana con altri grandi produttori come i Frescobaldi, i Gaja ecc.
La zona è come detto molto adatta alla coltivazione dei vitigni internazionali e gode di un paesaggio bellissimo con dolci colline ricoperte di vigne, pini marittimi e a poche centinaia di metri il mare Tirreno e la dolce sagoma della Corsica.
Diciamolo subito: l'Insoglio del cinghiale è un vino progettato per piacere al grande pubblico, morbido, equilibratissimo, dai profumi netti e dalla beva coinvolgente. Un vino senza difetti, che non devi aspettare troppo a lungo e . . . . senza grosse sorprese.
Syrah 32%, Cabernet Franc 33%, Merlot 30% e Petit Verdot 5%.
Rubino e consistente, ha un naso intenso e complesso di spezie, frutta rossa matura; le componenti vegetali, su tutto il peperone verde, risultano bene in evidenza anche se perfettamente integrate nel bouquet complessivo oltre ad una discreta vena minerale e un leggero accento di tostatura.
Il sorso è caldo, di buona freschezza e felicemente sapido. Succoso e ben equilibrato, ha una completa corrispondenza gusto-olfattiva e un finale discretamente lungo.
Pronto da ora, ma da bere tra 2-3 anni se si vuole ottenere il meglio.
A mio parere un vino che sfiora l'armonia da 84 punti Ais.
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