E' per me difficile pensare a come si possa dimenticare nel frigorifero una bottiglia magnum del Franciacorta Brut Il Mosnel (anche se si tratta di un regalo aziendale) per ben un anno !!!
Ma mi rendo conto che non tutti sono degli appassionati di vino o comunque in grado di apprezzare una buona bottiglia di Franciacorta.
In ogni caso un anno per un prodotto di buona qualità e in ottimo stato di conservazione (senza soprattutto i tanto temuti sbalzi di temperatura) non è molto tempo, anche se si tratta di spumanti.
La Franciacorta attraverso i primi importanti produttori e poi con la capacità e la passione della maggior parte degli attuali ha saputo costruirsi un futuro enologico là dove in passato c'erano dei semplici e onesti vini e nulla più.
La conversione verso le bollicine e la rapida riconoscibilità a livello nazionale e internazionale ha quasi del miracoloso se non si conosce la zona e la storia di questi vini e dei suoi produttori.
Tra questi Il Mosnel ha puntato deciso verso la scelta biologica, le basse rese e l'alta densità d'impianto (8.000 piante per ettaro).
Il Brut nasce dalla cuvée di Chardonnay al 60%, Pinot bianco 30% e Pinot nero 10%, con una parte dello Chardonnay che fa legno di secondo e terzo passaggio e l'altra parte solo acciaio.
Riposa i consueti 18 mesi sui lieviti prima di essere degorgiato e confezionato.
Partiamo quindi con le bollicine, senz'altro fini, molto numerose e molto persistenti, nonostante il bicchiere non sia per nulla adatto all'analisi visiva.
Al naso impressiona per la spiccata mineralità e la fragranza del bouquet; un po' timido invece sui frutti.
La piacevolissima ma decisa pungenza al palato si accompagna a braccetto con una netta vena sapida in grado di regalare un sorso coinvolgente.
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