Chi non conosce tenuta San Guido?
La sua fama deriva dall'aver inventato il Sassicaia, cru di rilevanza mondiale che ha aperto la strada alla nascita dei 'supertuscan' e alla vendita di milioni di bottiglie nel lucroso mercato americano.
Forse non tutti sanno che il nome della tenuta deriva da Guido della Gherardesca, ma la vera svolta vitivinicola la da il giovane marchese Mario Incisa della Rocchetta che, appena tornato dalla grande guerra, decide di iscriversi alla facoltà agraria di Pisa.
Le sue origini sono piemontesi e la terra è un mestiere di famiglia visto che suo nonno Leopoldo, già nel 1862, aveva pubblicato il testo di ampelografia 'Descrizione dal vero di 105 varietà di uve, parte indigene e parte di origine straniere', oltre che collezionista di più di 170 diverse varietà di viti in vaso.
Nel 1930 Mario sposa l'erede di una della più importanti famiglie maremmane, Clarice della Gherardesca, che in dote gli porta la Tenuta San Guido.
Con il tempo pianta le prime le prime barbatelle di Cabernet sulle dolci colline di Bolgheri che degradano verso il mare Tirreno, iniziando a produrre un vino in stile francese radicalmente diverso da quello contadino della zona.
Insiste in particolare sulle basse rese ottenute con potature drastiche della vite, l'uso della barrique in cantina e il lungo affinamento, tutte pratiche mai viste in quel lembo di Toscana.
Chiaramente aveva una funzione ben diversa dal vino contadino della zona, destinato a sfamare e non certo a essere degustato dalla nobiltà della zona.
Inizialmente il vino viene prodotto ad esclusivo utilizzo della famiglia; poi grazie alla consulenza di Giacomo Tachis, nel 1972 viene immessa sul mercato la annata bottiglia del Sassicaia, vendemmia 1968 ma in realtà ottenuta dal taglio di diverse annate.
Dopo un paio d'anni in cui il vino non viene prodotto probabilmente perchè non soddisfa gli alti standard che si erano dati, nel 1974 Mario Incisa della Rocchetta chiede a Veronelli un parere sul suo vino.
Il risultato è un articolo pubblicato su Panorama nel quale il grande giornalista esalta il Sassicaia e di fatto ne inizia a decretare il successo commerciale.
Negli anni Tenuta San Guido ha allargato la sua produzione, anche se la maggior parte degli ettari vitati sono ancora riservati al premiato Supertuscan.
Io ho avuto la fortuna di assaggiare una bottiglia, annata 2006, del loro Toscana Rosso IGT Guidalberto, proveniente da un ritiro di privati e perfettamente conservata.
Rubino perfetto, propone un bouquet di ciliegia e lamponi, tabacco e spezie, liquirizia e humus.
Tannini perfettamente integrati nel corpo ben strutturato, spalla acida di tutto rispetto nonostante l'annata, sorso setoso e dalla persistenza lunga e coerente, su un finale piacevolmente sapido.
Un grande vino di una grande tenuta.
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