Passa ai contenuti principali

Barolo Gallinotto di Mauro Molino, annata 2004

 




Per Mauro Molino l'enologia, la viticoltura, il Nebbiolo sono sempre stati parte della sua vita, un sogno che è diventato realtà quando, dopo aver lavorato come enologo per 5 anni alla Civ di Modena, torna in Piemonte per occuparsi dei vigneti lasciati in eredità dal padre.

La terra per Mauro è stata una vocazione o ancora la consapevolezza di volersi mantenere radicato a quel pezzo di terra che era arrivato a lui tramite generazioni passate.

Oggi i figli Matteo e Martina, dopo la giusta gavetta, sono in grado di prendere le redini dell'azienda e di condurla verso un futuro di sostenibilità e di rispetto ambientale, un percorso considerato ormai inevitabile nel campo della viticoltura moderna dai piccoli come dai grandi imprenditori.

Siamo a La Morra e più precisamente in frazione Annunziata, dalle colline dolci con filari ordinati e ben curati e ogni tanto qualche casolare a delimitare le proprietà.

14 ettari di proprietà suddivisi in 4 vigneti Conca, Bricco Luciani, La Serra e Gallinotto, di cui una buona parte coltivati a Nebbiolo ma non mancano Arneis, Barbera e Dolcetto.

I suoi Barolo sono conosciuti e venduti in tutto il mondo e prendono punteggi rilevanti dai due più importanti influencer americani Robert Parker e James Suckling, così come anche Decanter e praticamente tutte le più importanti guide italiane.

 


Ho assaggiato, nell'ultima serata prima del lockdown, con il 'gruppo dei soliti astemi', il loro Barolo Gallinotto annata 2004.

Il nome deriva dall'antica borgata situata vicino alla vigna dei Molino. Il vino sosta 18 mesi in barriques di rovere francese prima di essere messo in commercio.

Nel bicchiere si presenta con un bouquet di rara eleganza con note ben evidenti di menta ed eucalipto, tabacco, sottobosco e liquirizia.

Anche in bocca si esprime su toni di grande raffinatezza, a cui contribuiscono dei tannini vellutati ed eleganti, una buona freschezza, un sorso avvolgente e polposo, strutturato e caratterizzato da un finale lungo, sapido e speziato.

Non avendo di meglio lo abbiamo assaggiato a fine pasto con un Parmigiano Reggiano 36 mesi e devo dire che l'abbinamento non era niente male.


  



Commenti

Post popolari in questo blog

Barolo Produttori di Portacomaro Docg (2012)

Barolo Produttori di Portacomaro I produttori di Portacomaro è una delle linee di produzione dei Produttori di Govone, cantina sociale del Monferrato capace di produrre circa 3 milioni di bottiglie l'anno vendute in quattro continenti. Nello specifico però il suo Barolo è una vera chicca. In realtà non se ne trova traccia sul web, sia come ricerca di informazioni sia come acquisto. La mia bottiglia è arrivata nella mia cantina come regalo di Natale di parenti, probabilmente a sua volta trovata in qualche pacco aziendale. E' stata quindi con una certa incertezza che ho deciso di portare alla cena di un amico e collega questa bottiglia di Barolo del 2012. In cantina l'ho sempre tenuta sdraiata e lontana da fonti di calore o luce, come da manuale del perfetto sommelier, ma delle sua integrità non ero del tutto convinto. E invece con grande sorpresa, appena stappato, si è subito sprigionato dalla bottiglia una nuance di liquirizia, rabarbaro, chiodi di garofano con accenni ment

VALPOLICELLA RIPASSO CLASSICO SUPERIORE DOC 2011 - CANTINA VALPOLICELLA NEGRAR

Il mondo delle cooperative è un universo complesso e spesso controverso di cui si potrebbe parlare a lungo. La Cantina Valpolicella Negrar è una cooperativa che gestisce quasi 600 ettari di vigneti e che sembra aver sposato in pieno il concetto della qualità, attraverso una selezione attenta delle uve dei soci, l'utilizzo di una cantina moderna con vasche in acciaio inox e botti di rovere di medio-grandi dimensioni e un impianto di imbottigliamento indipendente con una capacità di 7.000 bottiglie all'ora. Questa cooperativa produce Amarone, Recioto, Valpolicella Classico e Ripasso ed è quest'ultima tipologia di vino che ho assaggiato. I Valpolicella Ripasso hanno da sempre diviso esperti e appassionati tra chi li trova gradevoli soprattutto perchè hanno maggiore struttura dei Valpolicella classici mentre sono meno impegnativi di un Amarone  (anche in termini economici) e chi invece li trova ibridi e stucchevoli. A mio modesto avviso se si parte da una buona ma

I Cannonau Vigna Sorella e Chidera, annata 2014

Stiamo ancora in Sardegna per parlare di Cannonau, vitigno autoctono dell'isola dalle origini antichissime riscoperto in alcuni vasi di ceramica del XII secolo a.C. Puntuale come il Natale, ho letto di recente dell'ennesima ricerca internazionale che parla del vino rosso e delle sue proprietà antiossidanti, che nel caso del Cannonau pare siano particolarmente importanti. Che lo siano o meno non credo che questo porti a consumare più vino chi solitamente non ne beve, ma di sicuro aiuta la consapevolezza generale che bere poco ma bene, contribuisce a migliorare la qualità della vita oltre ad essere un piccolo tassello di un complicato puzzle, che affiancato a tanti altri comportamenti corretti nella vita di tutti i giorni, può aiutare e influire positivamente sulla salute di ogni individuo. Tornando più direttamente al nostro amato Cannonau, è anche il vino rosso che più di ogni altro richiama alla memoria la Sardegna, con tutto il suo carico di nostalgici ricordi di una