Sui passiti non riesco ad avere mezze misure.
Alcuni riescono a convincermi, in rari casi addirittura riescono a farmi ringraziare la sorte di non essere astemio, grazie al loro precario equilibrio che oscilla tra una naturale dolcezza e la spinta di una cospicua spalla acida.
Purtroppo in altri casi, anche se l'olfatto può essere ben strutturato e ampio, risultano di una pastosità e dolcezza davvero eccessivi, a cui il palato rifiuta di dare una seconda opportunità.
Tra i vini altoatesini di sicuro il Gewurztraminer è quello più adatto alla produzione di passiti.
E questo perchè la sua naturale acidità aiuta il sorso a rimanere saldo e a contrastare la concentrazione di zuccheri del passito.
Le premesse sono quindi buone, poi come sempre dipende da agronomo e cantiniere trarre il meglio da vitigno e condizioni pedoclimatiche che in Alto Adige possono contare su sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte in grado di esaltare i terpeni e quindi rendere ancora più profumato l'aromatico Gewurztraminer.
Questo pensavo mentre una sera di un freddo secco e pungente, mi sono rintanato a casa di amici, dove per fine cena e in accompagnamento ad una crostata pere e cioccolato, è stata aperta una bottiglia di Nectaris, il passito di Cantina Valle Isarco, cantina di cui negli ultimi mesi ho più volte potuto apprezzare la serietà nel lavoro applicata su tutta la gamma di prodotti e non solo quelli di punta della linea Aristos.
Bellissimo nel bicchiere con il suo giallo oro antico e brillante, all'olfatto rivela struttura e ampiezza, che partendo su leggeri sentori di botrite, dilagano con le note di mela cotogna, zafferano, albicocca disidratata, caramello, mandarino e tanto altro ancora ......
In bocca supera agilmente la prova con dolcezza e freschezza che sembrano sfidarsi in una supremazia che, a seconda del sorso, sembra leggermente pendere da una o l'altra parte ma senza che l'equilibrio complessivo ne possa risentire.
Finale lungo su rimandi di albicocca, note agrumate e miele.
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