Il freddo è pungente per le strade buie e deserte di una sera di gennaio senza pioggia e senza neve, ma la suggestione della bottiglia di Apinae di Di Majo Norante che mi aspetta a casa è già una consolazione sufficiente a risollevarmi il morale di una giornata nel suo complesso non proprio entusiasmante.
La masseria Di Majo Norante è ubicata a Nord del Gargano, su un terreno argilloso e sabbioso, con una brezza estiva che arriva dal vicino mare Adriatico che concorre a creare un microclima ideale per la coltivazione della vite.
Il suo Apinae è un piccolo capolavoro prodotto con uve Moscato sottoposte ad appassimento naturale sulla pianta.
Dopo la raccolta viene effettuata una criomacerazione, ovvero il mosto viene raffreddato ad una temperatura di circa 5 gradi e rimane a contatto con le bucce per 12 ore; occorre dire che all'olfatto questo processo, che consente una estrazione di aromi varietali più importante rispetto alle solite tecniche di vinificazione, si percepisce particolarmente tenendo anche conto che il Moscato è un'uva aromatica.
Dopo la vinificazione segue un anno di affinamento in vasca di acciaio e sei mesi in bottiglia.
L'analisi visiva che troppo spesso viene sottovalutata rivela un bellissimo colore nel bicchiere che si può riassumere in un giallo paglierino carico con riflessi dorati e quasi abbaglianti.
L'olfatto è di grande spessore, con in evidenza le note opulente di albicocca secca, miele, agrumi, camomilla e salvia.
Il sorso alterna all'impatto dolce una buona spalla acida e sapida, che permettono al vino di godere di un equilibrio invidiabile.
Ottimo prodotto e un piccolo campione di rapporto qualità-prezzo.
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