Ultimo dell'anno a casa di amici. Decido di portare una magnum di L'Ablutien, uno Champagne di Didier-Ducos, sia per assecondare il padrone di casa che so essere un amante delle bollicine, sia per l'ineguagliabile fascino che la magnum solitamente esercita nei confronti dei consumatori abituali di vino, dal principiante al winelover più smaliziato.
La zona di produzione è la famosa 'Montagne de Reims, un vasto tavolato ricoperto da boschi e situato tra Reims e Epernay, con un terreno gessoso tipico della zona dove il Pinot noir spopola quasi incontrastato.
La regione è costellata di villaggi classificati come Grand Cru e Premier Cru, praticamente il meglio che si possa cercare in campo enologico.
La composizione dell'Ablutien è un'insolito (per la zona) con lo Chardonnay al 20% e il Pinot Meunier al 80%.
Lo Chardonnay è un vitigno delicato e precoce, che apporta delicati profumi floreali, una ricercata delicatezza ed eleganza.
Il Pinot Meunier è il suo esatto opposto, ovvero un vitigno vigoroso e tardivo, in grado di regalare agli Champagne forza, consistenza e struttura, con aromi fruttati che possono confluire in note di frutti di bosco.
Come sempre mi aiuta il mio prezioso taccuino, su cui mi annoto tutto quello che riesco a percepire da una bottiglia di vino e che ora ritorno a leggere e interpretare.
Il colore è biondo, sfumato da leggeri riflessi grigio verdi, animato da una effervescenza regolare.
In superficie si può evidenziare una leggera corona di bollicine e una bella spuma alta e soffice.
Il primo naso è aromatico e si percepiscono netti gli aromi di tiglio, miele, crosta di pane su un leggero fondo di cuoio.
Dopo qualche minuto di areazione il bouquet diventa più fruttato, con qualche nota di burro.
Si tratta di un naso complesso, che si sposa perfettamente con i caratteri delicati della frutta e i tratti tipici dell'evoluzione ancora in corso.
Dopo altri minuti il terroir si manifesta con la profondità della tisana di tiglio e la freschezza del legno verde.
In bocca l'attacco è naturalmente fresco, con bollicine sottilissime a solleticare il palato, poi si posiziona in perfetto equilibrio tra freschezza e vinosità. Il residuo zuccherino è solo leggermente percettibile, mentre riscaldandosi pian piano nel bicchiere il vino rivela una veste più corposa.
Il finale è netto e abbastanza lungo, con una punta di amaro, elegante e rinfrescante che è accompagnato da leggeri aromi di burro e di legno verde.
Nel complesso è uno Champagne armonioso, con buon attacco e discreto corpo, associati ad una struttura dalla trama finissima e piuttosto aristocratica, mentre le sensazioni al palato risultano paritetiche a quelle olfattive.
Ottimo come aperitivo su piatti non troppo grassi.
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