Valcalepio Bianco di Il Calepino |
La vite nel bergamasco è coltivata fin dall'epoca romana, descritta ampiamente dal solito Plinio.
Tuttavia, fino a verso la metà degli anni '70, la viticoltura bergamasca era in stato di abbandono, a causa di una industrializzazione selvaggia oltre ad una scarsa lungimiranza delle istituzioni locali verso un territorio collinare, che pur non essendo una delle zone più famose per la produzione vitivinicola, poteva comunque sviluppare delle potenzialità sicuramente inespresse fino a quel momento.
La svolta si è avuta nel 1976, quando la cantina sociale bergamasca ha iniziato a sperimentare la vinificazione di vitigni autoctoni e internazionali, che hanno portato al riconoscimento della Doc Valcalepio Rosso, nella quale vengono utilizzati Merlot e Cabernet e la Doc Valcalepio Bianco, nella quale viene utilizzato il Pinot bianco e il Pinot Grigio.
Da allora sono nate e si sono sviluppate numerose piccole e medie società vitivinicole che si sono riunite nel Consorzio Tutela Valcalepio.
La zona di produzione consiste in una zona collinare poco a nord rispetto al tracciato dell'autostrada e ricomprende 43 comuni racchiusi tra il lago di Como e il lago di Iseo, ma interamente in territorio bergamasco.
Dal 1976 la qualità media si è innalzata anno dopo anno, permettendo al vino bergamasco di ridurre notevolmente il differenziale nei confronti di vini prodotti da altre realtà ben più famose.
Ad oggi infatti abbiamo la possibilità di degustare dei signori vini nonostante la zona non sia ancora molto conosciuta a livello nazionale, anche per l'estrema frammentazione del territorio e alla dimensione media delle aziende, alcune delle quali possono vantare una produzione poco più che artigianale.
Tra queste il Calepino è una azienda nata nel 1972 a Castelli Calepio, che con una produzione di circa 200.000 bottiglie e 15 ettari coltivati si posiziona tra le aziende di media grandezza per il territorio, con terreni principalmente silicio-argillosi.
Il clima che si riscontra da queste parti è tipicamente di tipo transitorio, con l'influenza dei vicini rilievi a nord con clima fresco e piuttosto asciutto e della calda e afosa Pianura Padana.
Il loro Valcalepio bianco, trattato solo in acciaio per mantenere intatte le note di freschezza e giovinezza del prodotto, ha delle interessanti note floreali di agrumi, acacia e muschio. Poi quando si scalda nel bicchiere si percepisce maggiormente un bouquet di ananas e melone.
In bocca ha un bel nerbo acido, su una mineralità insistente e finale vegetale e amandorlato.
Un sorso che sa essere al contempo delicato e deciso.
Una autentica sorpresa.
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