Refosco dal peduncolo rosso di Di Lenardo |
Oggi facciamo un giretto a Palmanova, nel cuore del Friuli bianchista, ma che più recentemente ha scoperto di poter produrre anche ottimi rossi.
Qui ha la sede operativa l'azienda vitivinicola Di Lenardo, sempre guidata dalla stessa famiglia fin dal 1878, anno in cui vennero acquistati i terreni per una produzione che fino a gran parte del secolo scorso era realizzata per soddisfare un consumo soprattutto locale.
Nel 1986 arriva in azienda Massimo Di Lenardo, giovane ma con le idee chiare e ben preparato, visto che fin da subito prende le redini della conduzione agronomica e enologica e impone alla azienda una svolta verso una produzione di maggiore qualità e uno sbocco verso i mercati esteri.
Ad oggi l'80% della produzione viene esportato, di cui il 40% negli Stati Uniti dove in particolare ha un buon successo il Pinot Grigio e il Merlot.
La scelta di puntare sui vitigni internazionali è chiaramente immediata, affiancata ad una produzione autoctona improntata su Friulano, Refosco dal peduncolo rosso e Verduzzo.
Di questa azienda le tre principali caratteristiche sono una produzione importante, intorno alle 650.000 bottiglie (di cui solo il Pinot Grigio ne vale quasi la metà), una grande attenzione alla conduzione della vigna improntata sulle buone regole contadine, che si traducono nella vendemmia volutamente tardiva, raccolta rigorosamente manuale delle uve (oltre 150 le persone coinvolte nella vendemmia), grande selezione e alta densità per ettaro.
Infine l'ultima caratteristica che ha apportato Massimo è stato l'elevato livello tecnologico delle tecniche di cantina, con l'utilizzo ad esempio della iperossigenazione del mosto, tanto che in zona viene considerata come la cantina tecnologicamente più avanzata della zona.
Chiaramente anche le scelte di marketing, come l'utilizzo di nomi inglesi per i vini, oppure la scelta di utilizzare solo la lingua inglese per il sito internet vanno nella direzione della internazionalizzazione dei prodotti.
Detto tutto questo quando mi sono ritrovato il produttore sullo scaffale dell'enoteca .... ho istintivamente acquistato il loro autoctono Refosco dal Peduncolo Rosso, visto che da diverso tempo non ne assaggiavo uno e che mi interessava capire come l'azienda lavora i prodotti che non vanno sul mercato estero.
Granato compatto nel bicchiere, rivela all'olfatto il tipico aspetto rustico, contadino, ancestrale del Refosco, abbinato alle più scontate note di confettura di frutti di bosco, poi tabacco dolce e foglie secche.
È un vino complesso, che sa cambiare impianto olfattivo nel giro di pochi minuti dalla stappatura, dal bouquet interessante e invitante.
In bocca esprime tannini di buona fattura, ingresso deciso e ben centrato sul palato, tecnicamente ineccebile e senza difetti.
Il finale si risolve sulla media lunghezza e su invitanti suggestioni resinose.
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