Sorriso di Cielo di La Tosa |
Sui vari blog e siti internet ho visto diverse recensioni positive di questa Malvasia bianca di Candia, uno dei numerosissimi cloni sparsi in tutti Italia di Malvasia, così ho deciso di acquistarla appena trovata sugli scaffali di una enoteca, nel mio solito girovagare alla ricerca di nuovi vini da assaggiare.
A differenza di molti altri vini proposti con questo tipo di vitigno, il Sorriso di Cielo è un vino strutturato e longevo, che nasce sulle colline piacentine laddove si è storicamente sempre preferito produrre vini dal tratto leggero, poco impegnativo, in genere frizzanti, anche se questo non vuol dire assolutamente vini di scarsa qualità (e qui è bene precisarlo a scanso di equivoci).
La Tosa nasce nel 1986 dalla passione di due giovani fratelli originari del posto ma milanesi di adozione, che decidono il ritorno alle origini, alla terra e in particolare alle dolci colline piacentine, dal suolo limoso-argilloso e poco fertile.
Anche se non avessi visto le recensioni prima di berlo, il Sorriso di Cielo mi avrebbe subito incuriosito grazie al suo colore giallo oro brillante che non può non catturare l'attenzione del più distratto degli assaggiatori.
Passando poi all'analisi olfattiva non si può che rimanere piacevolmente stupiti del suo complesso e armonico bouquet, docilmente composto da una delicata vena agrumata, dolci sfumature di camomilla e datteri, piacevoli nuance di pesca gialla e papaia.
La fretta di portarlo alla bocca è tanta e il Sorriso di Cielo mantiene le sue invitanti promesse anche nell'analisi gusto-olfattiva, con il suo nerbo acido di buona presa sul palato, un gusto pieno, piacevolmente ruffiano grazie ad un residuo zuccherino ben dosato per non stancare anche il degustatore più esperto (o l'intransigente agli zuccheri a oltranza).
Armonioso, equilibrato, persistente e di buona struttura e finezza complessiva, è il classico vino che non vi farà fare mai brutta figura in una cena con ospiti a base di risotto alla zucca e salsiccia in umido con cipolle in agrodolce.
Per alcuni si avvicina al Gewurztraminer, a me invece sembra unico, un vino che si basta a se stesso, su cui non è possibile fare comparazioni, di sicuro successo commerciale e di critica anche grazie ad un buon rapporto prezzo-qualità (13 euro in enoteca).
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