Brentino di Maculan |
Era da un po' che mancavo enologicamente parlando da questa regione anche se di buoni prodotti ce ne sono un po' in tutto il territorio.
A partire dalla Valpolicella con il giovane e leggero Bardolino che vive con una certa spensieratezza la vicinanza con la potenza dell'Amarone, vino che ha saputo ritagliarsi un florido mercato in tempi relativamente recenti e ancora il Bianco di Custoza e il Soave, questi ultimi bianchi dalla beva sbarazzina e invitante, ma non per questo da sottovalutare.
Più a est i Colli Euganei formano una piccola ma ben agguerrita Doc con il suo vino più rappresentativo chiamato Fiori d'Arancio, un moscato dalla buona personalità e dai profumi invitanti, poi ancora la provincia di Vicenza con la Doc dei Colli Berici e la zona di Breganze con il suo suolo di origine vulcanica e i suoi vini dal taglio bordolese, a cui si aggiunge un interessante passito chiamato Torcolato e il rustico e autoctono vitigno Raboso.
Poi ancora la zona dei Colli Asolani e di Conegliano con il Prosecco, che ogni anno batte record di vendite in tutto il mondo, per finire con l'interregionale Lison-Primaggiore e i sui terreni alluvionali e pianeggianti in cui si coltivano soprattutto i vitigni alloctoni Cabernet e Merlot, oltre a Pinot bianco e grigio.
Ed è a questo variegato ed estroverso panorama enologico che stavo pensando ieri sera, mentre stappavo con una certa curiosità il Breganze di Maculan, produttore famoso soprattutto per Acininobili, un passito prodotto utilizzando la Vespaiola botrytizzata che ho avuto la fortuna di assaggiare in occasione della festa per i 50 anni dell'Associazione Italiana Sommerlier a Milano (http://baccanera88.blogspot.it/2015/07/i-primi-50-anni-della-associazione_12.html)
Ma anche i suoi tagli bordolesi sono sicuramente apprezzati, anche e soprattutto all'estero dopo che Wine Advocate ha dato un punteggio di 90/100 al loro Brentino, un blend di Cabernet e Merlot considerandolo il miglior vino base (entry level) di tutto lo stivale.
E anche se Wine Advocate non è certo il mio editore enologico di riferimento, mi sembra di poter dare a questo vino un certo credito.
Cercando di non farmi influenzare dal gotha mondiale del vino passo senza indugio alla mia personalissima scheda di valutazione.
Il Brentino di Maculan si presenta con una bella veste rosso rubino impenetrabile alla vista.
L'olfatto si misura subito con una singolare nota sulfurea, per poi virare verso il frutto rosso come l'amarena sotto spirito e il pepe nero, mentre sullo sfondo persiste una leggera venatura di tabacco dolce.
Al palato si rivela rotondo, con tannini levigati e una certa dolcezza di fondo data dalla femminilità intrinseca del Merlot, freschezza nella norma e un'accenno vegetale.
Discreta persistenza, buon equilibrio e finezza complessivi completano il profilo di un vino piacevole, adattabile a una molteplicità di palati e di piatti.
Nel complesso un taglio bordolese ben studiato e confezionato, senza sbavature, anche se personalmente non mi sarebbe mai passato per la testa di considerarlo come il miglior vino base d'Italia.
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