Grignolino di Franco Roero |
Franco Roero per me è sempre una garanzia e dopo avere assaggiato i suoi due Barbera (http://bit.ly/1OlTc7y) ho deciso di provare il suo Grignolino (http://bit.ly/1O4RVUv e http://bit.ly/1JKB1at ), un vino sottovalutato, praticamente in via di estinzione tra il pubblico più giovane, ma dalla estrema versatilità e generosità come pochi vini sanno esserlo.
Il Grignolino è un vino 'anarchico' come lo definiva Gino Veronelli.
Nel bicchiere colpisce per quel suo colore rosso molto scarico dovuto alla sua buccia con pochi antociani.
Coltivato da sempre in una zona a cavallo tra Asti e Alessandria, negli ultimi tempi non sta incontrando le simpatie del grande pubblico, attratto dai vini potenti o da quelli più furbetti e smaliziati, tecnicamente perfetti o forse più semplicemente studiati a tavolino per essere venduti.
Invece il Grignolino è un vino umile, ma di una umiltà naturale, non costruita, che parte dal basso per poi sorprendere quando si ha la voglia e il tempo di scoprirne le reali potenzialità.
E' un vino unico che difficilmente si può confondere con altri vini, soprattutto con i classici tagli bordolesi o altre uve anche piemontesi come Nebbiolo o Barbera, anche grazie ad una specifica spigolosità acido-tannica a cui quasi nessuno è più abituato.
In altre parole è un vino fuori moda e questo è un vero peccato.
Come già anticipato nel bicchiere stupisce per il suo vestito rosso rubino molto scarico.
Al naso mostra una certa eleganza che si tramuta in un bouquet di piccoli frutti rossi, fragola, pepe bianco e poco altro.
Più concreto al palato, con tannini eleganti che lasciano un piacevole retrogusto amarognolo, con un perfetto equilibrio tra corpo e acidità.
Il Grignolino in generale e soprattutto quelli che lo fanno bene come Franco Roero, ha una grande versatilità nell'abbinamento con i piatti della cucina di tutti i giorni.
Giusto per dare una indicazione io lo abbinerei a piatti di salumi e formaggi e grigliate di carne mista.
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