Barbera d'Alba di Negro |
I Negro sono una storica famiglia del Roero che già nel 1670 erano citati negli archivi storici del comune di Monteu Roero.
La zona di produzione è situata tra Monteu Roero e Canale, quindi in pieno Roero, dove vengono coltivati i vitigni autocnoni piemontesi come Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Arneis, Favorita, Bonarda e Brachetto.
Il tipo di viticoltura utilizzata da Giovanni Negro è quella della lotta integrata, con divieto assoluto nell'utilizzo dei diserbanti e la partecipazione a due progetti molto interessanti.
Il primo è chiamato 'Operation Pollinator' e ha lo scopo di creare un habitat ideale per gli insetti impollinatori come i bombi e le farfalle, tramite la semina dei margini dei campi coltivati a vite con un mix di essenze leguminose come ad esempio sulla, ginestrino, erba medica, lupinella e trifoglio.
Il secondo progetto nasce dal presupposto che l'uso di fertilizzanti chimici, unitamente alla monocoltura intensiva della vite, hanno stressato la capacità produttiva della terra.
Da un punto di vista organico l'ideale sarebbe l'utilizzo di letame di mucca, oggi sempre più raro e sempre più scarso da un punto di vista nutritivo per la terra.
Da qui la realizzazione in vigna di un impianto di produzione di bio-humus di ottima qualità, tramite l'utilizzo di un particolare tipo di lombrico (lombrico rosso della California), che grazie ai suoi principi nutritivi è in grado di migliorare sensibilmente la fertilità del terreno.
Tutto questo lo dico non per fare certo pubblicità gratis al produttore, ma piuttosto per sottolineare una certa filosofia o impronta produttiva ben chiara e definita che si esplicita in maniera chiara e netta nel Dina, un Barbera d'Alba che affina in acciaio per l'80% e per un 20% in botte grande.
I vitigni da cui deriva l'uva hanno un'età media di 25 anni e sono posizionati tra i 250 e i 320 mslm, su un terreno argilloso e parzialmente sabbioso, cosa che contraddistingue il territorio del Roero da quello delle Langhe.
Questa Barbera di Giovanni Negro si tinge nel bicchiere di un rosso porpora da manuale, anche se la foto non rende giustizia.
Molto tipico il naso di prugna, ciliegia e viola, con una liquirizia in sottofondo appena percettibile.
Il sorso è prima di tutto fresco, poi morbido, equilibrato e fine, dove ritornano le note di prugna e ciliegia ben centrate sul palato, senza dispersioni, mentre il finale di media lunghezza lascia impressionati per la bella pulizia di bocca.
È un vino che non ha certo avuto problemi a convincermi già dal primo massaggio, anzi appena stappata la bottiglia e annusato il tappo si capisce che c'è 'tanta roba'.
Io l'ho provato in un pranzo domenicale su un secondo piatto di arrosto accompagnato da peperoni (e ci è stato proprio bene), ma gli abbinamenti possono essere i più svariati perché la Barbera per le sue caratteristiche è un vino versatile in grado di accompagnarsi a molti piatti.
Commenti
Posta un commento