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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

PIKLER COLLI PESARESI SANGIOVESE DOC (2009) - AZIENDA AGRICOLA BRUSCIA

Pikler di Bruscia Dell'Azienda Agricola Bruscia e di alcuni suoi vini ho già  parlato in un post del 29 Agosto. Tra i vini comprati la scorsa estate direttamente a San Costanzo, mi rimaneva in cantina il Pikler, un Sangiovese in purezza annata 2010. Ed oggi, in una piovosissima domenica di fine novembre, decido di aprirlo per accompagnarlo ad un arrosto con ripieno di prosciutto crudo e carciofi con l'immancabile accompagnamento di patate al forno. Vale la pena ancora raccontare il bellissimo contesto naturale nel quale le vigne crescono, con medie colline che si affacciano sul mare Adritico poco lontano, brezze salate continue che arrivano dal mare, tranquilli paesi arroccati sulle colline, ognuno con il loro ben tenuto centro storico, l'operosità generosa dei marchigiani. Mi piace anche ricordare che Bruscia utilizza da sempre una agricoltura biologica, una scelta di rispetto per la natura e per quello che beviamo. Questo Sangiovese riserva è uno dei vini di

MONTEFALCO ROSSO RISERVA DOC (2008) - CESARINI SARTORI

Montefalco Rosso di Cesarini Sartori Molti considerano il Montefalco Rosso come vino di 'ricaduta' del più famoso Sagrantino, un po' fratello povero un po' realtà incompiuta. Non conosco il territorio umbro di produzione per saperlo; mi limito quindi ad assaggiare il Montefalco della Cantina Cesarini Sartori senza preconcetti e senza grandi pretese, visto anche il prezzo ampiamente dentro la fascia dei vini sotto i 10 euro. In realtà questo Montefalco usa un interessante blend di Sangiovese, Merlot, Sagrantino e Cabernet in percentuali che non è dato sapere, ma che immagino variabili a seconda delle annate. E' un venerdì piovoso dai tratti tipicamente invernali quando scendendo in cantina decido di aprire questa bottiglia, che se ne stava appollaiata tranquilla tra un Sagrantino e un Etna Rosso. I proprietari della Cantina con base a Bastardo, tra Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria, raccontano una storia molto sentita negli ultimi anni e cioè quell

I VINI DEL SUDAFRICA

........ e poi ogni tanto beviamolo del vino 'non italiano' quando ne abbiamo la possibilità. Certo noi lo facciamo meglio, noi siamo (tra) i migliori, ma un po' di sana curiosità di capire cosa e come si beve in altri paesi è assolutamente d'obbligo per un vero appassionato di vino. Intanto parlando di Sudafrica abbiamo la possibilità di degustare dei tagli bordolesi di ottima fattura, poi dei vitigni francesi che in Italia sono poco conosciuti (Chenin Blanc e Colombard) e infine alcuni (a dire la verità pochi) autoctoni tra cui spicca il Pinotage. Posso dire che il Sudafrica enologico mi ha sempre appassionato, con quel suo clima mediterraneo e le sue zone vitivinicole dai nomi impronunciabili ma che guarda caso sono usciti come domanda scritta al mio esame per sommelier. Ancora prima di iniziare i corsi Ais avevo frequentato un corso amatoriale sul vino tenuto da Lorenzo Colombo, giornalista da sempre esperto di vino e tenutario di Vinealia, che aveva integrat

GRECO DI TUFO DOCG (2013) - FRATELLI URCIOLO

Greco ci Tufo di Fratelli Urciolo L'Irpinia è terra di grandi vini, tra cui su tutti si possono citare Aglianico, Fiano e Greco di Tufo. Il primo è un rosso dalle grandi attese, dai colori scarichi e dalle potenzialità quasi infinite. Il Fiano è invece uno tra i primi cinque bianchi italiani per complessità e intensità gusto-olfattiva e, a differenza della maggior parte della maggior parte dei vini bianchi, è in grado di invecchiare benissimo, anzi anche lui va aspettato qualche anno in bottiglia se vogliamo assaggiarlo nel suo periodo migliore. Il Greco di Tufo è un bianco di origini antichissime, proveniente dalla Grecia (come si desume dal nome) e insediatosi particolarmente bene nella zona intorno a Tufo. Dal luglio 2003 il riconoscimento della Docg ha permesso a questo vino di ottenere un riconoscimento e visibilità peraltro meritatissima, con una qualità media in costante aumento. Ho assaggiato il Greco di Tufo dei Fratelli Urciolo all'Associazione Italiana So

FRIULANO SAN CRISTOFORO FRIULI GRAVE DOC (2013) - PITARS

Frilano di Pitars Il Friuli è giustamente considerata una regione di particolare prestigio per la produzione di vini bianchi, anche se ultimamente alcuni rossi hanno saputo affermarsi ottenendo un buon riscontro da parte dei consumatori. L'area vitivinicola più prestigiosa è senza dubbio quella collinare che costeggia il confine con la Slovenia, suddivisa tra le Doc Collio Goriziano e Colli orientali del Friuli. La parte centrale del Friuli è invece costituita dalla piana delle Grave, che da vita alla Doc Friuli Grave composta da terreni argillosi formatisi dai detriti portati a valle dai fiumi Isonzo e Tagliamento. Tra la piana delle Grave e la zona collinare si apre un'altra pianura che per la conformazione argillosa del terreno e le temperature medie più alte rispetto ad altre zone del Friuli è dedicata alla produzione di vini rossi. E dopo questa breve ma doverosa escursione per il territorio vitivinicolo friulano passiamo alla descrizione del vino assaggiato que

REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO DOP (2013) - S. OSVALDO

Refosco di S. Ovaldo Il miglior modo per valorizzare un territorio in ambito vitivinicolo è quello di coltivare vitigni autocnoni, quindi l'uva che per ragioni storiche e pedoclimatiche si è meglio adattata ad un certo territorio e che da il meglio della sua produzione quasi eslusivamente in quella zona. E il Friuli Venezia Giulia, accanto alle adattabili uve internazionali, ha da sempre puntato moltissimo sulle varietà autoctone, come ribolla gialla, friulano, verduzzo, malvasia istriana tra i bianchi e refosco, tazzelenghe, schioppettino, raboso tra i rossi. Ma tra questi ultimi non nascondo una certa simpatia e predilezione per un vitigno dalla lunga storia come il Refosco dal Peuncolo Rosso. Al tempo dei romani era già coltivato e apprezzato nella zona di Aquileia, cittadina fondata nel II secolo a. C., anche se di certo a quell'epoca il vino era molto diverso da quello che oggi ci ritroviamo in tavola e a questo proposito basti pensare alla anfore utilizzate per l

TEROLDEGO, IL VITIGNO AUTOCTONO TRENTINO PER ECCELLENZA

Quando si parla di Teroldego non può non venire subito in mente il Trentino, terra d'elezione di questo rosso autoctono, portato secondo alcuni dall'asia minore nella notte dei tempi, per altri arriva più semplicemente dalla Valpolicella dove era conosciuto con il nome di Tirodola. Sta di fatto che ha trovato in Trentino e in particolare nella Piana Rotaliana le condizioni ideali per svilupparsi, su un terreno alluvionale formato dai detriti trasportati dal fiume Noce. È un vitigno piuttosto sensibile alle condizioni pedoclimatiche, tanto che coltivato in altre zone ha prodotto risultati deludenti o comunque molto diversi dal suo standard qualitativo. Ho bevuto il Teroldego di La Vis, azienda cooperativa trentina con un elevatissimo livello qualitativo medio. Ultimamente l'azienda, in alcune sue aree di produzione, ha sposato il biologico e l'ecosostenibilita' delle sue produzioni, con prodotti finali di assoluto rilievo come il Gewurztraminer Ai Padri o lo

INSOGLIO DEL CINGHIALE, IL SUPERTUSCAN AD UN PREZZO ACCESSIBILE.

Inanazitutto un po' di storia. Dopo aver fondato e successivamente venduto a Robert Mondavi la Tenuta dell'Ornellaia, Ludovico Antinori decide di ripetere la positiva esperienza in Alta Maremma acquistando terreni nella zona intorno a Bibbona, in provincia di Livorno, creando la Tenuta di Biserno e successivamente su terreni più sabbiosi la Tenuta Campo di Sasso, sulla strada che collega Bolgheri a Bibbona. Qui viene deciso di piantare Cabernet, Merlot, Petit Verdot ma soprattutto Syrah che predilige questo tipo di terreno. Tanto per intenderci siamo nella zona dei famigerati 'Supertuscans', fortunato appellativo creato per il mercato americano che è riuscito a portare fama e investimenti su queste dolci colline non lontane dal mare. Ed è qui che viene prodotto questo Insoglio del Cinghiale, tipico taglio bordolese formato da Merlot, Cabernet Franc e Syrah, con una piccola percentale di Petit Verdot. Per creare i vini viene contattato nientemeno che Michel Rolla

I FRATI LUGANA DOC (2013) - CA' DEI FRATI

Turbiana ovvero Trebbiano di Lugana è il vitigno autoctono della zona del basso lago di Garda, che in questo vino troviamo in purezza. Ca' dei Frati è una sicurezza, una garanzia di qualità che opera sul territorio dal 1782, una azienda storica che ha in questa bottiglia una specie di portabandiera. Si dice che possa invecchiare benissimo ma personalmente ho sempre provato l'ultima annata in commercio. Quando assaggio un vino già provato almeno una volta, mi viene naturale, come penso facciano in molti, a cercare nella memoria le impressioni riscontrate. Nel mio caso il 2012 assaggiato lo scorso anno me lo ricordavo ricco e pieno, sia a livello olfattivo che sul palato. La proprietà, arrivata alla terza generazione, ha puntato ancora tantissimo sui bianchi, nonostante un recente investimento nell'Amarone. Hanno sempre creduto nel Turbiana, parente stretto del Trebbiano, dimostrandone le potenzialità di invecchiamento, ma al contempo la possibilità di berlo d'an