Sagrantino di Martinelli |
Il tipico raffreddore da cambio di stagione mi ha tenuto lontano dal vino per qualche giorno; ne approfitto quindi per mettermi alla pari e rispolverare una degustazione del Sagrantino di Montefalco di Martinelli, assaggiato in occasione del corso di secondo livello Ais di Monza.
Ma prima di approcciare la degustazione risulta doveroso dire che questa giovane azienda di Bevagna, si è imposta in breve tempo all'attenzione nazionale e internazionale con i suoi vini e ha saputo sfruttare l'exploit che il Sagrantino ha avuto negli ultimi anni soprattutto sui mercati esteri e in particolare gli Stati Uniti, (soprattutto dopo che Catrine Zeta Jones e Michael Douglas hanno voluto il vino umbro per il loro matrimonio).
Tutto questo ha dato un risalto enorme, peraltro meritato, al Sagrantino che ha visto incrementare notevolmente la sua produzione; ma è anche per merito dei Martinelli se alla crescita dell'export e quindi della quantità del vino prodotto si sia mantenuta o anche incrementata la qualità media del vino, attraverso l'attenta selezione delle uve in vigna, la bassa resa per ettaro, la raccolta manuale e pratiche di cantina tradizionali e poco invasive, il tutto facilitato dalla bontà del prodotto di base.
Rosso tra il porpora e il rubino impenetrabile, ha un profumo che si esprime sui frutti rossi, ribes e lampone in primis, e un accenno di cacao, ma nel complesso mi aspettavo una maggiore ricchezza polifenolica.
In bocca esprime potenza pseudoalcolica, tannini delicati, corpo pieno e un retrogusto in cui ritorna la frutta rossa ma questa volta più confettura; il finale risulta di media lunghezza.
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