La serata vini spagnoli prosegue con altri vini tutti di grandissimo livello.
E' la volta del produttore Marques de Murrieta e del suo Castillo Ygay Gran Reserva 2010.
La sua storia è strettamente intrecciata con il successo della zona vitivinicola della Rioja, visto che nel 1852 produsse la sua prima bottiglia.
Più recentemente e più precisamente nel 1983 la cantina è stata acquistata dal Conte di Creixell che, pur conservandone la tradizione, ha apportato innovazioni tecniche che ne hanno migliorato la qualità dei vini prodotti, imprimendo anche una spinta commerciale verso l'estero, decretando il successo di questa azienda.
Il Castillo Ygay Gran Reserva è un vino ricco, opulento, nella più perfetta aderenza a quel modello bordolese che tanta fortuna ha trovato in Spagna.
Un vinone con profumi che spaziano dalle more mature all'uva passa, passando per le spezie e la terra bagnata (humus). Il sorso è appunto opulento e potente, un vino non proprio da tutti i giorni, ideale con un brasato con polenta.
Il penultimo vino della serata ci fa ritornare in quel piccolo territorio fortunato vicino a Tarragona chiamato Priorat.
Il vino è il famoso Clos Erasmus, un blend di Grenache e Syrah (25%), prodotto da agricoltura biodinamica. La sua quotazione sfiora i 1.000 euro e anche in questo caso il prezzo è particolarmente alto grazie alle elevate quotazioni di Robert Parker, che in alcune annate si avvicinano ai 100/100.
Il proprietario della cantina Daphne Glorian, di nazionalità svizzera, ha acquistato alcuni ettari di terreno nel Priotat su consiglio di Alvaro Palacios (ancora lui).
Anche questo vino è molto simile ai precedenti, un vinone di corpo e opulento, con tannini vellutati e un bouquet di profumi eleganti e invitanti di frutta nera matura, ciliegia sotto spirito, liquirizia e tabacco.
E' il preludio al mitico Vega Sicilia Unico, vino storico citato perfino nei libri dei Sommelier Ais.
La sua storia è enologicamente recente, visto che parte nel 1915 quando la famiglia Herrera compra 180 ettari nella Ribera del Duero, coltivandoli soprattutto a Tempranillo, Cabernet, Malbec e Merlot.
La particolarità di questo vino sta nel numero di assemblaggi che ogni anno cambiano a seconda dell'annata oltre che l'utilizzo di complesse operazioni di travaso ed evoluzione in barrique per i primi due anni, poi in botti grandi e piccole, che raggiungono un tempo praticamente unico nel panorama enologico mondiale, visto che si parla di 11 anni dalla vendemmi alla commercializzazione.
Diciamo subito che il Tempranillo è un vitigno che sfida il tempo ma soprattutto si piega difficilmente alla morbidezza apportata dal legno.
A riprova di quanto detto questo vino annata 1989 ha ancora una spalla acida impressionante per l'età, che fanno capire che potrebbe rimanere in bottiglia tranquillamente ancora una decade.
Un vino del 1989 ancora 'pronto' e lontano dalla sua 'maturita' è senz'altro un unicum nel panorama enologico e il Vega Sicilia Unico non delude le mie aspettative di miglior vino della serata.
Tannini ancora aggressivi ma assolutamente bilanciati, bouquet di liquirizia, pepe nero, tartufo, ciliegia matura, pietra focaia. Al sorso le note minerali si intrecciano alla spalla acida, alla glicerina e alla morbidezza rilasciata dal legno, che tuttavia rimane in retroguardia.
Finale praticamente infinito. Un vino che non è facile abbinare e che consiglio di assaggiare come meditazione, dopo una cena sontuosa, davanti ad un caminetto e amici selezionati, una sera d'inverno.
Il migliore della serata ma anche uno dei migliori rossi che abbia mai assaggiato.
E fidatevi .... ne ho assaggiati parecchi !!!
Commenti
Posta un commento