La bottiglia di Ramitello di Di Majo Norante annata 2013, bevuta ieri sera, mi da spunto per parlare di una Doc che non avevo mai assaggiato.
Si tratta della Doc Biferno, che prevede l'utilizzo di Montepulciano al 70-80% e di Aglianico al 15-20%, più un piccolo saldo di uve del territorio.
Il Biferno nasce nella zona collinare del Molise, in provincia di Campobasso, su terreni costituiti da argille e rocce calcaree e in parte da suolo sabbioso.
Come si può immaginare dai vitigni che lo compongono, è un vino di un certo spessore, che con l'utilizzo del legno aggiunge alcune note di spezie e di tostatura che completano e coniugano l'intenso sapore fruttato, la forte struttura di base e una componente tannica ben presente.
L'abbinamento consigliato è con piatti di carne, brasati e selvaggina.
Nello specifico il Ramitello ha una buona dose tannica e profumi intensi di ciliegia matura, prugna secca, pepe nero, con una leggera nota affumicata.
Il sapore è pieno e ricorda il succo polposo legato alla frutta rossa e nera surmatura o cotta, di media lunghezza.
Del resto Di Majo Norante è una garanzia, che pur viaggiando su un numero di bottiglie da media-grande produzione, riesce a mantenere un livello qualitativo di assoluto spessore.
Inoltre bisogna riconoscere che se la viticoltura molisana è conosciuta nel mondo, gran parte del merito va a questa azienda di Campomarino, che con l'aiuto di Cotarella, di tecnica di cantina d'avanguardia e di una buona spinta commerciale, hanno saputo uscire dai ristretti confini molisani prima e italiani poi.
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