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Viaggio tra i vitigni autoctoni rari: lo Zweigelt



Lo Zweigelt è un vitigno pochissimo conosciuto in Italia. Io stesso assaggiandolo distrattamente ho pensato fosse un parente della Schiava, vino rosso prodotto in grandi quantità nel Trentino-Alto Adige.
Invece si tratta del vitigno a bacca nera più diffuso in Austria, sua patria di elezione, nato nel 1922 dall'incrocio del Blaufrankisch con il St. Laurent, ma che ha trovato di recente una certa diffusione anche in Canada, Inghilterra e Ungheria, mentre in Italia è poco diffuso e comunque concentrato in Alto Adige.
Tuttavia la sua massima produzione ed espressione la raggiunge in Austria (superando di gran lunga il blaufrankish), dove coltivato soprattutto nel Burgerland e dove è conosciuto come vino piacevole e immediato, con una buona presenza speziata e una presenza acida insistita.
Sicuramente il successo di questo vino è determinato dalla particolare vigoria del vitigno che garantisce solitamente rese abbondanti, con una produzione orientata verso vini semplici, anche se un passaggio in barriques o in bland con Merlot e Cabernet può sicuramente cambiare le sue doti primarie in una maggiore complessità e ricchezza di corpo.

Tuttavia a mio parere questo è un vitigno che esprime il meglio in purezza, con un passaggio in solo acciaio oppure un breve passaggio in legno, da cui deriva un vino che si esprime giovane ed esuberante su note di frutta polposa rossa, di buona beva e di media complessità, con una spiccata acidità che lo rendono interessante in abbinamento ad un numero molto elevato di piatti della vita di tutti i giorni.

Come dicevo è diffuso in Alto Adige dove riesce bene in media collina e dove alcuni produttori lo hanno adottato come vino rosso, in una terra solitamente vocata alla produzione di vini bianchi, un po' per allargare la gamma dei prodotti commercializzati, un po' perchè in effetti si tratta di un vitigno che ben si adatta a climi freddi e alle escursioni termiche che esaltano la concentrazione nell'acino dei profumi di fiori e frutta.
Come sempre non esistono vitigni più o meno pregiati, semmai esistono delle caratteristiche intrinseche che il produttore deve saper esaltare, evitando di trasformare o forzare il vitigno a dare un vino che non potrà mai garantire ma piuttosto assecondare le sue naturali caratteristiche.
Il resto lo fanno come sempre la grande selezione in vigna e l'utilizzo di pochi strumenti invasivi in cantina, l'esperienza nella lavorazione di un determinato vitigno, la conoscenza dei suoi comportamenti in base ai mutamenti climatici, alle variazioni stagionali, alle malattie e a tantissimi altri incroci di fattori che fanno del viticoltore uno dei lavori più difficili del mondo.

Tra questi produttori la Cantina Valle Isarco, di cui ho recentemente riassaggiato il loro strepitoso Gewurztraminer con un favoloso piatto di gamberi allo zenzero cucinati alla piastra, tra tanti rossi produce anche lo Zweigelt, con cui ottiene un vino semplice ma per nulla scontato, con un approccio olfattivo orientato sulla frutta rossa (ciliegia), fiori di melograno, spezie con una leggera scia di pietra bagnata.
L'impatto sul palato è diretto, preciso, puntuale nella sua freschezza, con note polpose di frutta che richiamano l'impianto olfattivo, trama tannica forse non determinante ma piacevole, con buon apporto minerale e piacevole scia amarognola sul finale di media lunghezza.
Buon vino da tutti i giorni particolarmente indicato con i salumi.









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