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Roero Arneis Sito dei Fossili Docg (2015) - Bric Cenciurio


Arneis Sito dei Fossili di Bric Cenciurio


L'azienda Bric Cenciurio produce Barolo, Barbera e Arneis nelle Langhe e nel Roero e più precisamente a Barolo, Magliano Alfieri e Castellinaldo.

L'Arneis è uno dei cinque bianchi piemontesi: Arneis, Cortese, Timorasso, Erbaluce e Moscato.
E' molto diffuso nella zona del Roero, che grazie ai suoi terreni con forte concentrazione di sabbia è adatto alla coltivazione di questo bianco, in una regione come il Piemonte decisamente più famosa per i suoi ruspanti vitigni a bacca nera.
Come altri vitigni autoctoni in tutta Italia, l'Arneis che da tempi antichissimi viene coltivato nel Roero, ha rischiato l'estinzione a cavallo delle due guerre mondiali a causa dello spopolamento delle campagne, oltre che per il fatto che la maggior parte dei produttori-contadini si sono concentrati verso i più remunerativi e rinomati rossi.
Verso la fine degli anni '60 l'Arneis si era ridotto a pochi filari a contorno delle viti di Nebbiolo, in quanto grazie ai suoi acini dolci teneva lontano gli uccelli.
L'intraprendenza e la lungimiranza di alcuni imprenditori piemontesi, oltre a selezioni clonali che ne hanno migliorato la qualità, hanno permesso una rinascita di questo vitigno a nuova vita.

L'Arneis Sito dei Fossili è indubbiamente una evoluzione di personalità e gusto del semplice e generoso Arneis, grazie al suo affinamento sulle fecce in grandi botti di rovere.
Il nome deriva dal fatto che, quando sono state messe a dimora le barbatelle (1994), sono stati ritrovati negli strati di marna dei fossili di foglie, pesci e larve di libellula.
La pratica diffusa del diradamento dei grappoli sulla pianta verso la fine di agosto, permette alla pianta di concentrarsi su pochi grappoli che genereranno una produzione di circa 1,3 kg di vino.
Altro fattore fondamentale è l'elevata densità d'impianto che si attesta sui 4500-5000 ceppi per ha.
La vendemmia avviene nei primi 15 giorni di settembre ma in generale si attende una leggera surmaturazione in pianta dei grappoli, per permettere una maggiore concentrazione delle sostanze contenute nell'acino.

Assaggiato una sera come sempre in buona compagnia, la difficile annata 2015 nel bicchiere si presenta giallo paglierino con alcuni riflessi oro, mentre al naso presenta fitti e complessi sentori di agrumi, pesca gialla, albicocca, con accenni mentolati.
Il palato risulta polposo, di buona struttura e acidità, piacevole e di bella tensione, con presenza sapida e buona tenuta complessiva.



Provato anche nella sua versione base, passata solo in acciaio.
Più semplice e immediato nei profumi e più beverino ma per nulla scontato nei sapori rispetto alla versione precedente.



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