Grechetto di Terre de la Custodia |
Di Terre de la Custodia avevo già parlato qui (http://bit.ly/1G3lQ89) quando ho assaggiato un loro notevole Sagrantino di Montefalco, ma vale la pena raccontarla ancora perchè è la stessa strada seguita da altre aziende italiane di medie grandi dimensioni, che hanno deciso di investire parte dei loro profitti nel vino, credendo nelle potenzialità di crescita del settore, sia in Italia che all'estero e in un ritorno degli investimenti nel medio-lungo termine.
I Farchioni sono storici produttori italiani di olio, tradizione che risale al lontano 1780, mentre dal 2000 hanno deciso di investire in maniera massiccia nella produzione di vino.
I vigneti di proprietà dell'azienda hanno origini molto antiche; la Custodia fu un feudo francescano che ha sempre prodotto vino, difeso dal Duca Odoardo (da cui deriva il nome dei vini prodotti) e che i Farchioni hanno nella loro proprietà fin dagli anni '60.
E' tuttavia dagli anni '90, sulla spinta del successo del vino in Italia e sui mercati internazionali, che la famiglia ha deciso di investire in un progetto di crescita, che ha portato alla creazione dell'azienda Terre della Custodia nel 2002 e nella costruzione di una ampia (2800 mq) e moderna cantina nel 2003 a Gualdo Cattaneo, con locale dedicato alle barriques e all'appassimento delle uve.
Anche la superficie vitata nel frattempo è cresciuta, mentre alla conduzione enologica interna si è affiancata la supervisione di Riccardo Cotarella, che credo non abbia bisogno di presentazioni.
Il Grechetto dei Colli Martani di Terre de la Custodia, viene prodotto a Torrececcona di Todi, su terreno prevalentemente argilloso e con vinificazione classica in acciaio a temperatura controllata e lunga sosta sulle fecce.
Nel bicchiere sorprende la vivacità cromatica che si posiziona tra il giallo paglierino brillante e il giallo oro, mentre al naso ha profumi intensi di biancospino, pesca, mandorla, con un tocco vegetale finale che ricorda l'erba falciata.
In bocca è minerale e sapido, ben bilanciato nelle sue componenti, con buona struttura di fondo e una pienezza gustativa appropriata su una chiusura vegetale.
Ha una piacevolezza intrinseca, naturale, uno slancio giovanile che non scade nell'ovvio e nell'omologato, che te lo fa bere con una certa avidità, soprattutto nelle calde sere estive.
A mio avviso l'abbinamento in fase di aperitivo è sprecato; meglio l'accompagnamento con carni bianche anche alla griglia, primi leggeri, zuppe di orzo e farro, formaggi freschi.
Personalmente l'ho provato con mezze penne alle zucchine (dell'orto) e prosciutto e l'abbinamento è risultato perfetto.
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