Gavi di La Scolca |
Il Cortese è spesso riconosciuto come un vino bianco piemontese facile e beverino, da bere giovane e da accompagnare con aperitivi e in generale piatti poco elaborati.
Poi ci sono le aziende come la Scolca che hanno sempre creduto nelle potenzialità di questo vitigno tanto da farne il loro vino di punta, utilizzandolo anche per la spumantizzazione con risultati che, a detta di chi lo ha assaggiato, sono assolutamente sorprendenti.
Siamo a Gavi in provincia di Alessandria, in una regione in cui il Cortese ha saputo ritagliarsi una piccola fetta di spazio e notorietà in un mare di vitigni a bacca rossa, capeggiati dallo scontroso Nebbiolo e dalla eclettica Barbera, fino ad ottenere la Docg con la fatica e la caparbietà tipica dei piemontesi.
La caratteristica principale dei Gavi di La Scolca è quello di sostare per un tempo insolitamente molto lungo sui lieviti, e non solo per gli spumanti (cosa del tutto normale) ma anche per il bianco fermo.
La sosta prolungata sui lieviti, che poi significa anche attendere senza fretta di mettere in commercio il vino per rientrare subito dagli investimenti, cosa sempre più rara nei giorni nostri, si traduce successivamente in una incredibile longevità dei vini anche oltre i 10 anni.
Ma come, un Cortese che può durare oltre 10 anni in bottiglia? Ebbene si e non è l'unico, persino il Moscato può durare a lungo (chiaramente se ben conservato) e qui mi ricordo ancora la sorprendente degustazione di un Moscato di Marco Bianco annata 2003 (in versione secca), fatta lo scorso anno ad una fiera insieme al produttore (qui il link http://bit.ly/1MUimK6 )
Tornando a La Scolca, la proprietà è di Giorgio Soldati e della figlia Chiara, parenti del famoso scrittore e regista piemontese che ha scritto e amato il vino fino a pubblicare il mitico 'Vino al vino', ancora oggi un punto di riferimento letterario e non solo per wine maker di ogni livello.
Qui il Cortese viene proposto in varie declinazioni, dalla più semplice alla più complessa, dal vino fermo allo spumante che fa ben 130 mesi sui lieviti.
Il mio assaggio riguarda il Gavi La Scolca, annata 2014, con 7 mesi sui lieviti e due mesi di bottiglia prima della commercializzazione.
Nel bicchiere il giallo verdolino si sta trasformando in giallo paglierino tenue, mentre al naso si percepisce un delicato fiore di sambuco e pompelmo giallo, preambolo per una bocca sontuosa di agrumi e mela acerba, leggermente acidulo, piacevolmente amarognolo nel finale chilometrico e di una salinità decisa e persistente.
Questo è proprio quel tipo di vino che spesso cerco nel mio enologico viaggio, uno di quei vini che NON mette tutti d'accordo, che può definirsi semplice e complesso allo stesso tempo, di sicuro non banale grazie all'impronta del tutto personale che sa dare il produttore, diverso da ogni altro bianco che si possa assaggiare e, anche solo per questo, varrebbe la pena di comprarlo.
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