Dopo un paio di Vinitaly nei quali mi ero perso negli enormi e affollati stand di Piemonte e Toscana e dopo aver visitato due classiche regioni del bianco come Alto Adige e Friuli, quest'anno ho deciso di andare diretto su regioni di cui ho sempre assaggiato poco, per vari motivi.
La scelta è così ricaduta su Valle d'Aosta, Liguria, Lazio, Molise e Basilicata, anche se poi ho fatto anche alcune visitine in Lombardia e Sicilia.
Ne sono uscito davvero soddisfatto, degustando vini che difficilmente si trovano in commercio e parlando con piccoli produttori molto interessanti.
VALLE D'AOSTA
GROSJEAN
Due i vini assaggiati di questo produttore di Fornet, piccolo villaggio della Valgrisenche.
Il pinot nero Vigne Tzeriat, annata 2012 è scarico di colore come si conviene a questo aristocratico e scontroso vitigno e fa una vinificazione in tini in legno senza l'utilizzo di lieviti selezionati, macerazione sulle bucce di 15 giorni e affinamento in barriques di rovere per 18 mesi.
I profumi che si sprigionano sono quelli dei frutti di bosco, mentre il palato si distingue per una elegante speziatura e media tannicità.
Il Fumin invece ha molta materia colorante e si presenta rosso rubino impenetrabile.
Molto intenso e complesso all'olfatto, amarena e sottobosco, note terrose e buona speziatura, mentre al gusto si fa strada una buona freschezza e discreta mineralità.
Sul finale si allarga su una scia piacevolmente amarognola data da una fitta trama tannica.
Ottimo prodotto da tenere da parte per cene con wine lover.
OTTIN
Di Ottin, uno dei più conosciuti produttori valdostani insieme e Les Cretes, ho assaggiato il loro Petit Arvine di cui avevo sentito parlare molto bene.
Ebbene in questo caso le voci erano assolutamente fondate.
Ottin è un produttore che vinifica le sue uve dal 2007, mentre in precedenza le conferiva ad una cooperativa sociale. I risultati di questa scelta si riscontrano in un Petit Arvin, che deriva da vigne posizionate a 600 metri di altitudine e di una età media tra i 15 e i 25 anni.
Giallo paglierino nel bicchiere, ha un bouquet davvero complesso e intenso di cedro, mandarino, pesca e susina bianca, biancospino e una delicata nota verde di sottofondo.
In bocca è un tripudio di freschezza e sapidità, accentuate dagli agrumi e da un tessuto gustativo pieno, godibile, di personalità.
A posteriori è stato uno dei migliori bianchi assaggiati al Vinitaly.
ALBERT VEVEY
Balzato agli onori della cronaca vitivinicola italiana per le quattro viti (con tastevin) generosamente dati da Vitae, la nuova guida di Ais.
Il produttore, che come professione principale fa il genetista veterinaio, produce con viti su piede franco questo Morgex et de la Salle, con vitigno Priè Blanc.
Il colore è incredibilmente scarico, tanto che il termine giallo verdolino scarico sarebbe anche esagerato, mentre i profumi sono delicati e giocati sulla mineralità, sui sentori verdi come muschio, fiori di campo ed erba falciata.
In bocca è fresco (ma quella della freschezza è il filo conduttore di tutti i vini valdostani) ed equilibrato.
La vinificazione avviene in vasche di vetroresina per cinque mesi.
Ottimo anche il loro Ice Wine chiamato Blanc Flapì, con note affumicate, agrume sapido, frutta gialla, e una bocca dolce-amara di grande equilibrio, che non riesce proprio a stancare il palato e dalla eccezionale persistenza.
CAVES COOPERATIVES DE DONNAS
La loro produzione si basa sul vitigno Nebbiolo, rivisto in versioni via via più complesse e potenti anche se mai come quelle raggiunte dal Piemonte e dalla Lombardia con lo Sfurzat.
Il Donnas 2011 si conferma un Nebbiolo giovane, con frutta matura a bacca rossa e nera che giocano ad alternarsi con una elegante speziatura.
In bocca è fresco, piacevolmente tannico, e regala una gaia bevuta senza troppi pensieri.
Più complesso e potente il Napoleon, con il suo tipico colore granato scarico, i profumi di viola, sottobosco, humus, frutta nera matura, pepe e un sorso pieno, caldo e dalla fitta trama tannica.
Infine ottimo il Donnas superior Veilles Vignes, un Nebbiolo di prima classe, con un naso straordinariamente complesso e intenso, cacao, caffè, amarena sotto spirito, speziatura decisa. In bocca si percepisce un alcol mai invadente, una trama tannica fine, buona morbidezza, note terrose, e un ritorno di tabacco per via retronasale.
Ha fatto botti di rovere per 24 mesi e almeno un anno di bottiglia.
Vino muscoloso ma al contempo elegante in grado di poter fare bella figura anche su tavole di una certa importanza.
Assolutamente da tenere in considerazione.
La scelta è così ricaduta su Valle d'Aosta, Liguria, Lazio, Molise e Basilicata, anche se poi ho fatto anche alcune visitine in Lombardia e Sicilia.
Ne sono uscito davvero soddisfatto, degustando vini che difficilmente si trovano in commercio e parlando con piccoli produttori molto interessanti.
VALLE D'AOSTA
GROSJEAN
Due i vini assaggiati di questo produttore di Fornet, piccolo villaggio della Valgrisenche.
Il pinot nero Vigne Tzeriat, annata 2012 è scarico di colore come si conviene a questo aristocratico e scontroso vitigno e fa una vinificazione in tini in legno senza l'utilizzo di lieviti selezionati, macerazione sulle bucce di 15 giorni e affinamento in barriques di rovere per 18 mesi.
I profumi che si sprigionano sono quelli dei frutti di bosco, mentre il palato si distingue per una elegante speziatura e media tannicità.
Il Fumin invece ha molta materia colorante e si presenta rosso rubino impenetrabile.
Molto intenso e complesso all'olfatto, amarena e sottobosco, note terrose e buona speziatura, mentre al gusto si fa strada una buona freschezza e discreta mineralità.
Sul finale si allarga su una scia piacevolmente amarognola data da una fitta trama tannica.
Ottimo prodotto da tenere da parte per cene con wine lover.
OTTIN
Di Ottin, uno dei più conosciuti produttori valdostani insieme e Les Cretes, ho assaggiato il loro Petit Arvine di cui avevo sentito parlare molto bene.
Ebbene in questo caso le voci erano assolutamente fondate.
Ottin è un produttore che vinifica le sue uve dal 2007, mentre in precedenza le conferiva ad una cooperativa sociale. I risultati di questa scelta si riscontrano in un Petit Arvin, che deriva da vigne posizionate a 600 metri di altitudine e di una età media tra i 15 e i 25 anni.
Giallo paglierino nel bicchiere, ha un bouquet davvero complesso e intenso di cedro, mandarino, pesca e susina bianca, biancospino e una delicata nota verde di sottofondo.
In bocca è un tripudio di freschezza e sapidità, accentuate dagli agrumi e da un tessuto gustativo pieno, godibile, di personalità.
A posteriori è stato uno dei migliori bianchi assaggiati al Vinitaly.
ALBERT VEVEY
Balzato agli onori della cronaca vitivinicola italiana per le quattro viti (con tastevin) generosamente dati da Vitae, la nuova guida di Ais.
Il produttore, che come professione principale fa il genetista veterinaio, produce con viti su piede franco questo Morgex et de la Salle, con vitigno Priè Blanc.
Il colore è incredibilmente scarico, tanto che il termine giallo verdolino scarico sarebbe anche esagerato, mentre i profumi sono delicati e giocati sulla mineralità, sui sentori verdi come muschio, fiori di campo ed erba falciata.
In bocca è fresco (ma quella della freschezza è il filo conduttore di tutti i vini valdostani) ed equilibrato.
La vinificazione avviene in vasche di vetroresina per cinque mesi.
Ottimo anche il loro Ice Wine chiamato Blanc Flapì, con note affumicate, agrume sapido, frutta gialla, e una bocca dolce-amara di grande equilibrio, che non riesce proprio a stancare il palato e dalla eccezionale persistenza.
CAVES COOPERATIVES DE DONNAS
La loro produzione si basa sul vitigno Nebbiolo, rivisto in versioni via via più complesse e potenti anche se mai come quelle raggiunte dal Piemonte e dalla Lombardia con lo Sfurzat.
Il Donnas 2011 si conferma un Nebbiolo giovane, con frutta matura a bacca rossa e nera che giocano ad alternarsi con una elegante speziatura.
In bocca è fresco, piacevolmente tannico, e regala una gaia bevuta senza troppi pensieri.
Più complesso e potente il Napoleon, con il suo tipico colore granato scarico, i profumi di viola, sottobosco, humus, frutta nera matura, pepe e un sorso pieno, caldo e dalla fitta trama tannica.
Infine ottimo il Donnas superior Veilles Vignes, un Nebbiolo di prima classe, con un naso straordinariamente complesso e intenso, cacao, caffè, amarena sotto spirito, speziatura decisa. In bocca si percepisce un alcol mai invadente, una trama tannica fine, buona morbidezza, note terrose, e un ritorno di tabacco per via retronasale.
Ha fatto botti di rovere per 24 mesi e almeno un anno di bottiglia.
Vino muscoloso ma al contempo elegante in grado di poter fare bella figura anche su tavole di una certa importanza.
Assolutamente da tenere in considerazione.
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