Vino Nobile di Pulcino |
È così che l'amico Marco ha trovato la Fattoria Pulcino.
Voleva portarsi a casa un ricordo della vacanza nei dintorni di Montalcino e oltre al Brunello mi aveva chiesto di indicargli un vino del posto, buono ma un po' meno costoso, con l'intento di farne un po'di scorta.
Come alternative gli avevo indicato il Rosso di Montepulciano, Doc di 'ricaduta' del Brunello, oppure spostandosi un po' verso il confine con l'Umbria un più tipico Vino Nobile di Montepulciano, vino dalle antichissime origini, con un serio disciplinare di produzione che prevede la messa in commercio due anni dopo la vendemmia (tre se riserva) e l'utilizzo di Sangiovese per 80% e Canaiolo per l'altro 20%.
Ma sul momento non mi venivano in mente dei produttori in particolare, così l'amico stava per dirigere i propri acquisti verso i più classici e famosi produttori della zona.
Poi l'incontro casuale con persone del posto e l'indicazione di visitare la Fattoria Pulcino, sulla strada che da Montepulciano porta a Chianciano Terme, in uno dei paesaggi più belli d'Italia, tra verdi colline, cipressi, viti e in lontananza le placide acque del Lago Trasimeno.
Azienda a conduzione famigliare, nata sessant'anni fa, la Fattoria Pulcino ha saputo ingrandirsi non solo con la vendita di vino ma anche con la produzione e vendita di prodotti agricoli tradizionali da coltura biologica come olio, pecorino, salumi, miele, marmellate e dolci caserecci oltre ai tradizionali cantucci.
L'etichetta del vino riporta un mascherone in pietra di fiume, una scultura etrusca del II secolo a. C., che si può ritrovare nella cantina di vinificazione, raffigurante Sileno, figlio di Hermes e di una ninfa, che aveva il potere di conoscere le cose passate e future.
E dalle cantine delle campagne intorno a Montepulciano ecco sulla tavola della mia cucina la bottiglia appena stappata di Vino Nobile di Montepulciano della Fattoria Pulcino, con il suo colore rubino scarico tendente al granato, bouquet intenso dove si mischiano frutta nera e rossa e su un sottofondo di leggera affumicatura.
Al sorso rivela una entrata decisa, con spiccata supremazia dell'acidità e di tannini vigorosi e non ancora domati, su un finale decisamente amarognolo.
Nel complesso un vino maschio, piuttosto sbilanciato sulle durezze, da abbinare con un pecorino stagionato o con arrosti e carni rosse.
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