Quando ho deciso di partire con il blog mi sono dato la regola di scrivere solo se avevo veramente qualcosa da dire, vini che mi avevano lasciato impressioni positive, la scoperta di vitigni autoctoni che non avevo mai assaggiato, storie interessanti di viticoltori, magari la scoperta di qualche piccolo produttore molto promettente ......
Avvicinandosi il compleanno delle due candeline del blog posso serenamente dire che, tranne rari momenti, lo scrivere con continuità non mi ha mai pesato e se questo è stato possibile lo si deve unicamente alla passione per questo mondo e ai vini che ho 'degustato' e ai loro produttori, che con coraggio e costanza hanno da sempre fatto del loro lavoro una passione.
E' questa formula (passione nel proprio lavoro) e il suo elemento direttamente proporzionale che crea la personalità di un vino, che lo rende unico ma al contempo fedele e rispettoso del suo territorio.
Digressioni a parte veniamo all'ultima degustazione della settimana e parliamo di Falanghina, vitigno campano di antichissime origini, molto diffuso anche fuori dalla Campania.
E infatti Di Majo Norante lo produce nel 'suo' Molise, a Campomarino in Contrada Ramitelli, in provincia di Campobasso ma molto vicino al confine con la Puglia e non lontano dal mare Adriatico, che si scorge placido in lontananza.
E' una zona pianeggiante di campagna con pochi centri abitati o raggruppamenti di piccole case e naturalmente vigne, in questo caso di falanghina, proprio nelle vicinanze della cantina.
Questo produttore è famoso per vini come la Tintilia e l'Aglianico e per avere un eccellente rapporto qualità-prezzo dei vini prodotti, ma gli va soprattutto riconosciuto il merito di aver promosso per decenni la viticoltura molisana in Italia e nel mondo, contribuendo in maniera decisiva alla sua espansione.
La collaborazione di Riccardo Cotarella è determinante e la sua impronta si riconosce nella grande pulizia dei suoi vini sia al naso sia al palato, ma anche nella piacevolezza di un po' tutta la produzione, vini senza spigoli insomma e come dicevo dall'eccellente rapporto qualità-prezzo.
E alla faccia dei critici del più famoso enologo italiano (forse anche solo un po' 'risiconi') devo dire che questo Falanghina ha una sua ben precisa impronta olfattiva caratterizzata da profumi fini e delicati di mela, pera e torta margherita.
Entrata decisa in bocca con sapidità e freschezza sugli scudi per un assaggio piacevole, con la bottiglia che si svuota con sorprendente rapidità.
Una falanghina semplice, diretta, dalla beva coinvolgente in grado di accompagnarsi a primi piatti a base di pesce e ad una bella frittura mista di mare grazie alla acidità e alcolicità presente nel vino che si contrappone alla untuosita' e tendenza dolce del pesce.
Avvicinandosi il compleanno delle due candeline del blog posso serenamente dire che, tranne rari momenti, lo scrivere con continuità non mi ha mai pesato e se questo è stato possibile lo si deve unicamente alla passione per questo mondo e ai vini che ho 'degustato' e ai loro produttori, che con coraggio e costanza hanno da sempre fatto del loro lavoro una passione.
E' questa formula (passione nel proprio lavoro) e il suo elemento direttamente proporzionale che crea la personalità di un vino, che lo rende unico ma al contempo fedele e rispettoso del suo territorio.
Falanghina Di Majo Norante |
Digressioni a parte veniamo all'ultima degustazione della settimana e parliamo di Falanghina, vitigno campano di antichissime origini, molto diffuso anche fuori dalla Campania.
E infatti Di Majo Norante lo produce nel 'suo' Molise, a Campomarino in Contrada Ramitelli, in provincia di Campobasso ma molto vicino al confine con la Puglia e non lontano dal mare Adriatico, che si scorge placido in lontananza.
E' una zona pianeggiante di campagna con pochi centri abitati o raggruppamenti di piccole case e naturalmente vigne, in questo caso di falanghina, proprio nelle vicinanze della cantina.
Questo produttore è famoso per vini come la Tintilia e l'Aglianico e per avere un eccellente rapporto qualità-prezzo dei vini prodotti, ma gli va soprattutto riconosciuto il merito di aver promosso per decenni la viticoltura molisana in Italia e nel mondo, contribuendo in maniera decisiva alla sua espansione.
La collaborazione di Riccardo Cotarella è determinante e la sua impronta si riconosce nella grande pulizia dei suoi vini sia al naso sia al palato, ma anche nella piacevolezza di un po' tutta la produzione, vini senza spigoli insomma e come dicevo dall'eccellente rapporto qualità-prezzo.
E alla faccia dei critici del più famoso enologo italiano (forse anche solo un po' 'risiconi') devo dire che questo Falanghina ha una sua ben precisa impronta olfattiva caratterizzata da profumi fini e delicati di mela, pera e torta margherita.
Entrata decisa in bocca con sapidità e freschezza sugli scudi per un assaggio piacevole, con la bottiglia che si svuota con sorprendente rapidità.
Una falanghina semplice, diretta, dalla beva coinvolgente in grado di accompagnarsi a primi piatti a base di pesce e ad una bella frittura mista di mare grazie alla acidità e alcolicità presente nel vino che si contrappone alla untuosita' e tendenza dolce del pesce.
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