Alla cena degli auguri di Natale dei sommelier di Monza e Brianza non poteva mancare il vino ..... a fiumi.
Ecco allora una veloce carrellata dei vini assaggiati e delle mie principali sensazioni (o almeno di quelle che mi sembra di ricordare) con una sola premessa: per gli spumanti non ho mai valutato il perlage in quanto bicchiere e luminosità della sala non lo permettevano.
ESSENZA METODO CLASSICO PAS DOSÈ - AZIENDA AGRICOLA RICCHI
Un bel metodo classico, nulla da dire. Viene prodotto a Monzanbano in provincia di Mantova dall'Azienda Agricola Ricchi.
Questo Chardonnay al 75% e Pinot nero 25% rimane sui lieviti per ben 36 mesi.
Al naso si espone su una spiccata fragranza di crosta di pane e mela (azzarderei 'golden' ma non vorrei spararla troppo grossa), mentre l'assenza di zucchero rende questo spumante molto secco, austero, deciso con il tipico pizzicore delle bollicine finissime sul palato.
SPUMANTE BRUT METODO CLASSICO - CANTINA REALE
Anche qui siamo sulle colline moreniche mantovane e per la precisione a Volta Mantovana, all'interno del Parco del Mincio e a pochi chilometri dal lago di Garda.
Anche questo spumante brut metodo classico riposa sui lieviti per 36 mesi ed è un blend di Chardonnay e Pinot nero.
Olfatto fine, fragrante con un leggero accenno di nocciole, in bocca ha una buona freschezza ma un po' meno personalita' rispetto allo spumante precedente.
A mio modesto avviso più adatto al momento dell'aperitivo che come accompagnamento del pasto.
EXTRA BRUT METODO CLASSICO RIBOLLA GIALLA - PUIATTI
Al mio tavolo eravamo tutti unanimemente concondi nel definire questo extra brut da Ribolla Gialla come la sorpresa della serata, almeno tra gli spumanti.
Non sono molti i vitigni autoctoni vestiti metodo classico e ancor meno quelli davvero convincenti. Ci riesce questo Extra Brut di Puiatti, di proprietà della galassia Tenimenti Angelini, con 10 ettari vitati nel collinare e marnoso Collio e 50 nel fresco e ghiaioso Isonzo.
Al naso sprigiona un bouquet intenso di fiori di campo e frutta gialla, mentre al sorso è morbido, pieno, caratteristico e piacione ...... ma senza stancare.
MULLER TURGAU (2012) - LA VIS
Un Muller Thurgau senza infamia e senza lode, buon vino da tutti i giorni ma senza grossi spunti.
CHIANTI CLASSICO RISERVA RANCIA DOCG (2009) - FELSINA
Un gran bel Chianti, del resto Felsina è una garanzia. Dal 1966 in terra chiantigiana per opera di Domenico Poggiali, Felsina opera selezioni massali di Sangiovese, è fattoria dove si produce olio e si coltiva un po' di tutto, dall'erba medica ai cereali, dal girasole al lupinello, in un esempio di biodiversità che include anche aree boschive e che non può non giovare alla vite e al vino.
La fermentazione del Rancia avviene in vasche di acciaio alla temperatura di 28-30 gradi per 20 giorni circa, per poi affinare in barrique per 18-20 mesi e ulteriore affinamento in bottiglia per 6-8 mesi.
Il naso è improntato su sentori terziari di pellame, per poi virare deciso su frutta rossa e nera, una elegante speziatura e delicata tostatura.
In bocca entra deciso, ben centrato sul palato, fa sentire tutta la sua corposità e struttura.
Un peso massimo con aspirazioni da vero campione.
MOSCATO D'ASTI DOP (2014) - SARACCO
Forse non è il miglior moscato in circolazione ma è pur sempre un prodotto di qualità superiore
È il secondo 2014 che bevo quest'anno dopo uno Chenin Blanc sudafricano.
Rispetto al 2013 pecca un po' nella componente acida che non riesce a controbilanciare del tutto la naturale dolcezza del moscato.
Altre due bollicine bevute prima del Felsina ma senza grandi impressioni sono state il Trento doc Cuvee 28 di Rotari e un Pinot nero di Rossetti e Scrivani, ma qui probabilmente è subentrata anche un po' di stanchezza e attenzione 'degustativa'.
DON GUIDO PEDRO XIMENEZ SOLERA - WILLIAMS & HUMBERT
Gran finale con uno strepitoso Pedro Ximenez con profumi di fichi, cioccolato, liquirizia. Tutte sensazioni ripercorse in bocca e supportate da una sorprendente spalla acida in grado di dare al vino una stupefacente facilità di beva senza stancare.
In questo caso i superlativi si sprecano.
Ma come sempre più del vino in sé, la serata è stata piacevole per la presenza di tanti amici e conoscenti, appassionati come me di questo strano e affascinante mondo del vino.
Ecco allora una veloce carrellata dei vini assaggiati e delle mie principali sensazioni (o almeno di quelle che mi sembra di ricordare) con una sola premessa: per gli spumanti non ho mai valutato il perlage in quanto bicchiere e luminosità della sala non lo permettevano.
ESSENZA METODO CLASSICO PAS DOSÈ - AZIENDA AGRICOLA RICCHI
Un bel metodo classico, nulla da dire. Viene prodotto a Monzanbano in provincia di Mantova dall'Azienda Agricola Ricchi.
Questo Chardonnay al 75% e Pinot nero 25% rimane sui lieviti per ben 36 mesi.
Al naso si espone su una spiccata fragranza di crosta di pane e mela (azzarderei 'golden' ma non vorrei spararla troppo grossa), mentre l'assenza di zucchero rende questo spumante molto secco, austero, deciso con il tipico pizzicore delle bollicine finissime sul palato.
SPUMANTE BRUT METODO CLASSICO - CANTINA REALE
Anche qui siamo sulle colline moreniche mantovane e per la precisione a Volta Mantovana, all'interno del Parco del Mincio e a pochi chilometri dal lago di Garda.
Anche questo spumante brut metodo classico riposa sui lieviti per 36 mesi ed è un blend di Chardonnay e Pinot nero.
Olfatto fine, fragrante con un leggero accenno di nocciole, in bocca ha una buona freschezza ma un po' meno personalita' rispetto allo spumante precedente.
A mio modesto avviso più adatto al momento dell'aperitivo che come accompagnamento del pasto.
EXTRA BRUT METODO CLASSICO RIBOLLA GIALLA - PUIATTI
Al mio tavolo eravamo tutti unanimemente concondi nel definire questo extra brut da Ribolla Gialla come la sorpresa della serata, almeno tra gli spumanti.
Non sono molti i vitigni autoctoni vestiti metodo classico e ancor meno quelli davvero convincenti. Ci riesce questo Extra Brut di Puiatti, di proprietà della galassia Tenimenti Angelini, con 10 ettari vitati nel collinare e marnoso Collio e 50 nel fresco e ghiaioso Isonzo.
Al naso sprigiona un bouquet intenso di fiori di campo e frutta gialla, mentre al sorso è morbido, pieno, caratteristico e piacione ...... ma senza stancare.
MULLER TURGAU (2012) - LA VIS
Un Muller Thurgau senza infamia e senza lode, buon vino da tutti i giorni ma senza grossi spunti.
CHIANTI CLASSICO RISERVA RANCIA DOCG (2009) - FELSINA
Un gran bel Chianti, del resto Felsina è una garanzia. Dal 1966 in terra chiantigiana per opera di Domenico Poggiali, Felsina opera selezioni massali di Sangiovese, è fattoria dove si produce olio e si coltiva un po' di tutto, dall'erba medica ai cereali, dal girasole al lupinello, in un esempio di biodiversità che include anche aree boschive e che non può non giovare alla vite e al vino.
La fermentazione del Rancia avviene in vasche di acciaio alla temperatura di 28-30 gradi per 20 giorni circa, per poi affinare in barrique per 18-20 mesi e ulteriore affinamento in bottiglia per 6-8 mesi.
Il naso è improntato su sentori terziari di pellame, per poi virare deciso su frutta rossa e nera, una elegante speziatura e delicata tostatura.
In bocca entra deciso, ben centrato sul palato, fa sentire tutta la sua corposità e struttura.
Un peso massimo con aspirazioni da vero campione.
MOSCATO D'ASTI DOP (2014) - SARACCO
Forse non è il miglior moscato in circolazione ma è pur sempre un prodotto di qualità superiore
È il secondo 2014 che bevo quest'anno dopo uno Chenin Blanc sudafricano.
Rispetto al 2013 pecca un po' nella componente acida che non riesce a controbilanciare del tutto la naturale dolcezza del moscato.
Altre due bollicine bevute prima del Felsina ma senza grandi impressioni sono state il Trento doc Cuvee 28 di Rotari e un Pinot nero di Rossetti e Scrivani, ma qui probabilmente è subentrata anche un po' di stanchezza e attenzione 'degustativa'.
DON GUIDO PEDRO XIMENEZ SOLERA - WILLIAMS & HUMBERT
Gran finale con uno strepitoso Pedro Ximenez con profumi di fichi, cioccolato, liquirizia. Tutte sensazioni ripercorse in bocca e supportate da una sorprendente spalla acida in grado di dare al vino una stupefacente facilità di beva senza stancare.
In questo caso i superlativi si sprecano.
Ma come sempre più del vino in sé, la serata è stata piacevole per la presenza di tanti amici e conoscenti, appassionati come me di questo strano e affascinante mondo del vino.
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