Ci sono vini per i quali ognuno di noi nutre un'impressione negativa fondata su nessun presupposto oggettivo ma solo da pensieri generici e frettolosi.
Ad esempio la mia idea del Frascati era quella di un vino da boccia di tre litri al discount, leggero, frizzante, senza carattere.
Poi al corso per sommelier Ais la combinazione bravo relatore e degustazione di un buon Frascati superiore mi hanno fatto completamente cambiare idea e da quel giorno, se mi capita la possibilità di assaggiare un Frascati, non mi lascio sfuggire l'occasione.
Non che anche in questa denominazione non esistano vini da gdo da pochi euro, ma se selezionati in enoteca spesso sono prodotti di tutto rispetto e dal buon rapporto qualità-prezzo.
Così l'ultima bottiglia acquistata in enoteca prima della pausa estiva è stato un Frascati Superiore del 2012 di Poggio Le Volpi, azienda di Monteporzio Catone, con una solida base sul territorio e, nel caso specifico di questo vino, con vigne poste nel comune di Frascati.
I vitigni utilizzati sono Malvasia bianca di Candia al 50%, Malvasia del Lazio al 40% e Trebbiano al 10%, la vendemmia è tardiva e la vinificazione avviene in tini di rovere da 40 hl per 40 giorni a temperatura controllata.
Nel bicchiere ha un bel colore giallo oro, mentre al naso si distingue una nuance di frutta tropicale e fiori gialli.
In bocca è morbido e caldo, grazie a glicerina e alcol, bilanciato da discreta freschezza e ottima sapidità.
Pai interessante e retrogusto leggermente amarognolo completano il profilo degustativo; in sintesi è un vino pieno, complesso, opulento per un pubblico smaliziato e anche un po' esperto.
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