Pinot nero di Kellerei Kaltern |
Il Pinot nero è unanimemente considerata un'uva assai difficile da coltivare e da vinificare.
Citato già da Plinio il Vecchio nel suo 'Naturalis Historia', sembra sia originario della Borgogna, dove viene coltivato da tempi remotissimi e dove ha trovato un microclima ideale.
È inoltre un'uva che preferisce i climi freschi, per la sua tendenza a maturare presto e quindi a perdere la sua preziosa acidità.
Oltre alla Borgogna, si è proficuamente diffuso negli Stati Uniti e in particolare in Oregon e California, in Germania dove riesce a dar vita a vini eleganti e di classe soprattutto nella Mosella, in Cile nelle zone più fredde come Bio Bio.
In Italia è coltivato in Piemonte, nel pavese, in Veneto e Friuli ma la zona climaticamente e geologicamente più vocata è l'Alto Adige, dove viene chiamato Blauburgunder ed in particolare le microzone Mazon-Egna-Eppan.
Il Pinot nero può essere vinificato in bianco, soprattutto se usato per la produzione di spumanti e champagne e in questo caso da ai vini corposità e struttura.
Il pinot nero vinificato a contatto con le bucce invece porta a vini eleganti, aristocratici, fini.
La premessa era doverosa per poter degustare con l'attenzione dovuta un vino tutt'altro che comune.
Scendendo nella mia cantina per la scelta del vino, ho già chiara la voglia di un rosso, magari non corposo ma neanche troppo beverino (di quelli tra l'altro non ne tengo quasi mai), deciso a sfruttare l'ennesima domenica piovosa e fresca di un'estate anomala.
La decisione si concentra su un paio di vini che sembrano coerenti in relazione alle mie aspettative: il Blauburgunder della Kellerei Kaltern e il Barbera Carbunè di Franco Roero, fratello minore del Cellarino che in una precedente degustazione mi aveva lasciato ottime impressioni.
La scelta ricade sul Pinot nero, che è naturalmente godibile anche a temperature di servizio più basse o forse semplicemente perchè ne avevo voglia.
Il Blauburgunden della Kellerei Kaltern è un Pinot nero molto tipico a partire dal colore rosso rubino molto scarico, quasi trasparente.
Al naso il vino concede dei delicati profumi di frutti di bosco, su tutti il lampone, la fragola e aromi floreali di rosa e violetta anche se me li aspettavo più intensi e comunque i profumi sono delicati, apprezzabili e caratteristici.
Al palato è fresco, con tannini poco percettibili, mentre la morbidezza è assicurata dall'alcol e con un finale di media lunghezza. Probabilmente vista l'annata recente avrei potuto (dovuto?) aspettare ancora un anno ma anche bevuto ora era da considerare pronto.
È esattamente quello che mi sarei aspettato da questo Pinot, un vino di buona fattura, inececcepibile da un punto di vista stilistico e anche se sicuramente ne esistono di migliori il rapporto qualità-prezzo è molto buono.
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