Ceregio di Fattoria Zerbina |
La Fattoria Zerbina è una bella realtà enologica emiliana, nata nel 1966, piuttosto famosa per la produzione di vini muffati in stile sauternes utilizzando l'autoctono albana in quel di Faenza, che con lo Scaccomatto raggiungono i vertici della produzione e che ogni anno si aggiudica numerosi premi da parte delle principali guide ed entusiastici commenti da parte di wine blogger e sommelier.
Tuttavia l'azienda ha voluto investire molto anche nel Sangiovese, che qui si esprime ad alti livelli su terreni argillo-calcarei soprattutto se abbinato ad una resa per ettaro molto bassa.
Il Ceregio rappresenta il sangiovese più facile da bere della Fattoria Zerbina.
Nel bicchiere si veste del rubino scarico tipico del sangiovese, vitigno che non si distingue certo per la grande quantità di materia colorante a differenza delle cosiddette uve 'tintorie', mentre gli archetti non troppo fitti ma le lacrime che scendono lente nel bicchiere mi fanno pensare ad un buon contenuto di glicerina più che di alcol.
Portando al naso il bicchiere si individua una discreta intensità e consistenza, con in evidenza la ciliegia, i fiori di pesco e una certa vena vegetale che non mi aspettavo. È un vino di qualità fine anche se forse non rispecchia appieno i canoni del sangiovese classico e questo per me è di sicuro una sorpresa.
Al sorso riempie piacevolmente il palato, ha una discreta morbidezza grazie soprattutto alla presenza della glicerina che bilancia perfettamente l'acidità tipica del vitigno.
È un vino maturo, da bere ora, pieno e leggermente sbilanciato sulle morbidezze.
N.B.
Tra l'altro leggo oggi (28-02-2014) che tra le 100 migliori cantine italiane secondo Wine Spectator, a rappresentare l'Emilia Romagna c'è la Fattoria Zerbina, tra l'altro una delle poche sorprese di una classifica a mio avviso parecchio scontata.
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