Il Malbec 2019 Riserva di Septima lo prendo a riferimento per spiegare la fondamentale differenza tra il gusto internazionale e in particolare americano e quello europeo e in particolare italiano.
Partiamo con il dire che si tratta di una più che buona bevuta.
Sorso ricco che oserei dire opulento, sentori speziati e incentrati sulle nuance di ciliegia molto matura e frutta nera cotta, inevitabile passaggio in botte che lascia una piacevole scia di scatola di sigari.
Le note che invece faccio più fatica ad apprezzare sono i sentori di spezie troppo dolci e un sorso che è opulento ma troppo scarso in tannini la cui 'piacevole' ruvidità unita ad una superba freschezza non mi avrebbero fatto stancare subito il palato.
Un vino WOW al primo sorso, opulento al secondo ma un po' stancante dal terzo in poi.
Almeno io la penso così e se lo raffronto con il Nebbiolo Caveja di Paitin, assaggiato subito dopo oppure con la perfezione stilistica di equilibrio, precisione e finezza gustativa e olfattiva di quel capolavoro chiamato Barbaresco di La Ca' Nova, queste differenze risultano ancora più evidenti.
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