Barrua, chi è costui? E’ la domanda che mi posi quando al
Vinitaly 2017 un amico sommelier, incontrato per caso in uno degli affollati hangar
regionali, mi raccontò di aver appena assaggiato un ottimo vino sardo ancora
poco conosciuto e che mi consigliava vivamente di andare ad assaggiare.
Avendo frequentato con lui il corso per sommelier e avendo imparato
a riconoscerne le indubbie qualità in diversi banchi di assaggio all’epoca
generosamente offerti gratis ai soci Ais, decisi di lasciar perdere la mia
lista di vini da assaggiare, che tra le altre cose stava per esaurirsi tra vini
bevuti, vini che non che ero riuscito a bere e vini non trovati, e accorsi con
un manipolo di fidati appassionati allo stand di Agricola Punica.
L’assaggio, oltre a rimarcare
la meritata fiducia nel mio amico sommelier, mi ha fatto innamorare di questo straordinario
vino sardo che nasce a Barrua e Narcao, due tenute di circa 170 ettari acquistate
nel 2002 da Agricola Punica, joint-venture tra Sebastiano Rosa, direttore commerciale
della Tenuta San Guido e la cantina Santadi.
Grazie anche all’appoggio del Marchese Nicolò Incisa della
Rocchetta è stato subito ingaggiato uno degli enologi più famosi d’Italia, quel
Giacomo Tachis che si era innamorato di questo lembo di terra sarda grazie al
suo innato intuito per i suoli e i microclimi adatti alla coltivazione della
vite.
Qui il Carignano fa naturalmente la parte del padrone di
casa, anche se Tachis ha giustamente deciso di affiancargli alcuni vitigni
internazionali come Cabernet Sauvignon, Merlot, creando un sapiente blend da
cui il Barrua esce caratterialmente sfacciato, estroverso, solare e anche un
filo ruffiano, grazie al sapiente utilizzo di barrique nuove.
Nel bicchiere denota sentori di macchia mediterranea, ciliegia
sotto spirito, alloro, corteccia e spezie dolci.
Al sorso si presenta una finissima trama tannica, polpa e
frutto, ottima spalla acida e con una accentuata presenza sapida.
E’ quindi fondamentalmente ben equilibrato ed è qui che sta
principalmente la sua forza, perché il sorso non stanca ma anzi invita al
continuo assaggio.
Un vino dal tratto moderno fatto in una terra antica, il cui
vino portato da Fenici e Spagnoli si è adattato a queste terre fatte di vento,
sole e sale.
Commenti
Posta un commento